Erbil (Iraq), 14 mar. (LaPresse/Reuters) – Il governo della regione semiautonoma del Kurdistan iracheno accusa lo Stato islamico dicendo di avere prove che il gruppo jihadista abbia usato gas clorino come arma chimica. A dirlo in una dichiarazione a Reuters è il Consiglio di sicurezza del Kurdistan, spiegando che il gas clorino sarebbe stato usato contro i peshmerga in un attacco del 23 gennaio nel nord dell’Iraq. Il governo curdo riferisce che, da analisi di laboratorio su campioni di terreno e vestiti presi sul posto dell’attentato kamikaze compiuto dall’Isis con un’autobomba, sono risultati “livelli di cloro che suggeriscono che la sostanza sia stata usata come arma”. Non è stato possibile verificare la denuncia in modo indipendente.
Secondo il governo curdo, l’attacco con autobomba era avvenuto su un’autostrada che collega Mossul al confine con la Siria. Stando a una fonte della sicurezza curda, i peshmerga avrebbero lanciato un razzo sull’auto che trasportava la bomba così non ci sono state vittime tranne l’attentatore suicida ma una decina di combattenti curdi avrebbero avuto sintomi di nausea, vomito, vertigini o debolezza. Nella dichiarazione, il Consiglio di sicurezza del Kurdistan iracheno afferma che le analisi sono state condotte in un laboratorio certificato dell’Unione europea. Una fonte ha descritto i campioni come “i resti dell’attentatore suicida” ma si è rifiutata di identificare il laboratorio.
A Reuters sono stati inoltre inviati tramite e-mail video e foto di quelle che il Consiglio di sicurezza curdo ha identificato come le immagini dell’attacco del 23 gennaio. Sulle foto si vedono a terra diverse bombole che il Consiglio dice contenessero cloro. Le autorità curde affermano che avevano “da tempo sospettato che i combattenti (dello Stato islamico) avessero usato agenti chimici” e a questo proposito fanno riferimento a immagini video delle recenti battaglie intorno alla città di Tikrit, fra militanti da una parte e truppe irachene e milizie sciite dall’altra, in cui si vedevano “pennacchi di fumo arancione”.
Il 30 gennaio scorso lo U.S. Central Command aveva riferito che sei giorni prima, cioè il giorno dopo l’attacco del 23 gennaio di cui parla il governo curdo, era stato ucciso in un raid della coalizione anti Isis un esperto di armi chimiche dello Stato islamico. Sempre secondo il Central Command degli Stati Uniti si trattava di Abu Malik, ingegnere che si occupava di armi chimiche durante il governo di Saddam Hussein e affiliato con al-Qaeda in Iraq nel 2005. Il cloro è un agente soffocante, il cui uso come arma chimica risale alla prima guerra mondiale. È vietato dalla Convenzione sulle armi chimiche del 1997, che proibisce in guerra l’uso di tutti gli agenti tossici. I curdi iracheni sono stati vittima dell’attacco chimico con più morti del periodo moderno quando, nel 1988, l’aviazione di Saddam Hussein bombardò la città di Halabja uccidendo con il gas almeno 5mila persone.
Fonte Reuters – Traduzione LaPresse