Roma, 15 feb. (LaPresse) – “L’Italia è pronta a guidare in Libia una coalizione di Paesi dell’area, europei e dell’Africa del Nord, per fermare l’avanzata del Califfato che è arrivato a 350 chilometri dalle nostre coste”. Lo ha detto la ministra della Difesa Roberta Pinotti, in un’intervista al Messaggero.
“MISSIONE NUMERICAMENTE IMPEGNATIVA”. “Se in Afghanistan – spiega – abbiamo mandato fino a cinquemila uomini, in un Paese come la Libia che ci riguarda molto più da vicino e in cui il rischio di deterioramento è molto più preoccupante per l’Italia, la nostra missione può essere significativa e impegnativa, anche numericamente”. Quindi aggiunge: “Ne discutiamo da mesi, ma ora l’intervento è diventato urgente”.
“OPERAZIONE SIMILE ALL’IRAQ”. Nel contesto di una possibile azione contro l’avanzata del Califfato in Libia, l’Italia potrebbe inviare anche truppe di terra, aggiunge, spiegando che la decisione “dipenderà dallo scenario”. Le stesse autorità libiche, ha aggiunto, “potranno richiedere un’operazione simile a quella in Iraq: truppe che combattono l’Isis, altre che presidiano il territorio. Disponiamo di tre forze armate più la quarta, i carabinieri, che operano come un tutt’uno. Mezzi, composizione e regole d’ingaggio li decideremo con gli alleati in base allo spirito e al mandato della missione Onu”.
“RISCHIO IMMINENTE, NON SI PUO’ ASPETTARE”. “L’Italia ha esigenze di difesa nazionale, di non avere il Califfato che ci governa di fronte”, per questo “il rischio è imminente, non si può aspettare oltre”, ha continuato, ipotizzando la formazione di una coalizione di Paesi, guidata dall’Italia, per fermare l’avanzata del Califfato in Libia. Secondo Pinotti, a far parte della coalizione, saranno “sicuramente l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna, la Germania, la Spagna, Malta e altri che aderiranno”. Gli Usa, aggiunge, “saranno coinvolti nella strategia, quanto alla partecipazione diretta si vedrà”.