Atene (Grecia), 25 gen. (LaPresse/EFE) – Grecia al voto per le elezioni generali, cruciali sia per il Paese sia per i suoi rapporti con l’Unione europea. I cittadini chiamati alle urne sono 9,8 milioni e dovranno eleggere 300 deputati per il nuovo Parlamento. In base alla maggioranza che emergerà dal voto si dovrà poi formare un nuovo governo. Stando agli ultimi sondaggi di venerdì, il partito favorito è quello di sinitra Syriza guidato da Alexis Tsipras, seguito dal conservatore Nuova democrazia del premier uscente Antonis Samaras. Si contendono invece il terzo posto il partito di estrema destra Alba dorata e il centrista ‘To potami’. Tsipras ha detto esplicitamente che mira alla maggioranza assoluta, perché questo a suo parere darebbe al futuro governo una posizione “forte” per negoziare con i creditori della Grecia.
DA IERI SILENZIO ELETTORALE. Il silenzio elettorale è cominciato ieri, quando però alcuni politici non si sono astenuti dal rilasciare dichiarazioni. Il premier Samaras, per esempio, ieri si è recato nella sede centrale del suo partito, vicino piazza Syntagma ad Atene, e circondato dalle telecamere è stato accolto da un bagno di folla dei sostenitori. “Siamo forti, il 14% degli indecisi sta con noi”, ha pronosticato. Syriza, dal canto suo, ha offerto il pranzo di domenica ad alcuni rappresentanti dei media, pratica abituale nel giorno di silenzio elettorale, e all’evento ha partecipato anche Alexis Tsipras. Il leader di Syriza, diversamente da Samaras, ha evitato dichiarazioni marcatamente politiche e, alla domanda se in futuro prevede di dovere indossare la cravatta, ha risposto che lo farà “il giorno in cui la Grecia otterrà la remissione del debito”. Anche altri leader politici sono comparsi davanti alle telecamere, ma con dichiarazioni moderate. Per esempio è questo il caso del leader del Pasok, il ministro degli Esteri Evßngelos Venizelos, che è stato in un ristorante in riva al mare a Salonicco con alcuni giornalisti e ha invitato i cittadini a votare “a sangue freddo” e soprattutto con “riflessione”.
GLI ULTIMI SONDAGGI. La forza favorita è appunto Syriza, che secondo gli ultimi sondaggi pubblicati venerdì staccherà i conservatori di Nuova democrazia con un margine compreso fra il 5% e il 10% e si dovrebbe attestare fra il 30% e il 35% dei consensi. Il terzo posto se lo contendono invece il partito centrista ‘To Potami’ (che vuol dire ‘Il fiume’ ndr.), che sarebbe fra il 5,1% e il 7%, e il partito di estrema destra Alba Dorata, che si attesterebbe fra il 5% e il 6,8%. A poca distanza i socialisti del Pasok, il cui leader Venizelos ha avvertito contro il rischio che Alba dorata possa ottenere un mandato di governo (nel caso in cui, in assenza di maggioranza assoluta, i responsabili dei primi due partiti non riuscissero a formare una coalizione di governo) e ha accusato ‘To Potami’ di “non essere un partito ma una unione con idee completamente diverse senza un denominatore comune”.
ANCORA MOLTI GLI INDECISI. A giocare la differenza saranno gli indecisi, che secondo gli ultimi sondaggi di venerdì oscillano fra il 9% e il 18%. L’obiettivo delle due principali formazioni, cioè Syriza e Nuova democrazia, è dunque di ottenere l’appoggio di quest’ampia fetta di elettori. Per convincerli la sinistra ha puntato sui filoeuropei critici nei cofronti del programma della troika, mentre i conservatori hanno mirato ad attirare quella parte di centrodestra che teme che Syriza possa mettere in pericolo l’economia.
IN GRECIA ANDARE A VOTARE È OBBLIGATORIO. La partecipazione al voto è in genere molto elevata. In Grecia, infatti, andare a votare è obbligatorio e sono esenti soltanto le persone che hanno più di 70 anni e i cittadini che vivono a oltre 200 chilometri dalla propria circoscrizione elettorale. Nel caso in cui un elettore non vada a votare sono previste sanzioni che oscillano da un mese a un anno di carcere, che però nella pratica non vengono applicate. Nelle scorse elezioni generali l’affluenza si è attestata al 62%.
TSIPRAS SFIDA LA TROIKA. Nel corso della campagna elettorale Tsipras ha affermato con forza la sua intenzione di ridiscutere il debito greco e venerdì, in un’intervista alle tv greche, ha detto che un eventuale governo a guida Syriza riconoscerà gli obiettivi fiscali fissati dai trattati europei ma non le misure previste dagli accordi firmati dal governo precedente con i creditori della troika (composta da Bce, Commissione Ue, e Fmi). “L’austerità non sta nei trattati”, ha affermato, dicendo che mira a ottenere la maggioranza assoluta, che a suo parere darebbe al futuro governo una posizione “forte” per negoziare con i creditori della Grecia. All’evento di chiusura della campagna elettorale di Tsipras, che si è tenuto giovedì sera in una piazza nel centro di Atene e si è concluso sulle note di ‘Bella ciao’, hanno partecipato 10mila persone.
SAMARAS ACCUSA TSIPRAS. Su posizioni opposte il suo principale rivale, Samaras, il quale ha assicurato che il governo concluderà prima della fine di febbraio i negoziati con la troika e che, una volta terminata la valutazione del programma di salvataggio, Atene potrà beneficiare dell’acquisto di titoli di Stato annunciata giovedì dalla Bce. Samaras ha inoltre attaccato Tsipras, accusandolo di “non volere il salvataggio” della Grecia. Il premier sostiene che Syriza porterà il Paese in bancarotta e fuori dall’euro, facendolo diventare “un secondo Venezuela o una seconda Corea del Nord” con piani di nazionalizzazioni e l’eliminazione del programma di privatizzazioni intrapreso dal suo esecutivo. Tsipras tuttavia ha assicurato che intende far rimanere la Grecia nella zona euro. Samaras ha chiuso la campagna elettorale venerdì con un incontro in un centro sportivo fuori Atene al quale hanno partecipato 5mila sostenitori.
ACCREDITATI 876 GIORNALISTI, QUASI 500 STRANIERI. Sono 497 i giornalisti stranieri, provenienti da 45 Paesi, che si sono accreditati in Grecia per seguire le elezioni. A riferirlo il centro stampa, aggiungendo che con loro salgono a 876 i reporter che seguiranno il voto. Per le elezioni del 2012 si erano accreditati invece circa 200 reporter stranieri, per un totale di 649 giornalisti. Si occuperanno di seguire il processo elettorale 27 agenzie di stampa, 100 canali televisivi, 27 radio e 85 periodici.