Sarajevo (Bosnia-Erzegovina), 29 dic. (LaPresse/AP) – La polizia bosniaca ha fatto irruzione nella sede del sito web di notizie Klix.ba nell’ambito dell’indagine mirata a stabilire come i giornalisti abbiano ottenuto la registrazione di una conversazione telefonica in cui si affermava che il partito Alleanza dei socialdemocratici indipendenti, al governo nell’entità serba del Paese, avrebbe corrotto due deputati dell’opposizione per ottenere i loro voti al Parlamento. L’operazione, ha fatto sapere la polizia, è stata autorizzata da un tribunale di Sarajevo.
Nelle elezioni di ottobre scorso l’Alleanza dei socialdemocratici indipendenti era riuscita per poco a mantenere la maggioranza nel Parlamento della Repubblica Serba, l’entità serba della Bosnia. Prima del voto il sito Klix.ba aveva pubblicato la registrazione di una telefonata in cui Zeljka Cvijanovic, funzionaria di alto rango dell’Alleanza, affermava che il suo partito aveva pagato due deputati dell’opposizione per mantenere la maggioranza. Cvijanovic, che dopo le elezioni è diventata primo ministro nella regione autonoma, sostiene che la registrazione sia stata falsificata.
La perquisizione di oggi negli uffici di Klix.ba è durata circa sette ore e il sito web ha fatto sapere che gli investigatori hanno confiscato portatili, hard disk di tutti i computer, telefoni cellulari privati, chiavette usb e cd. Decine di giornalisti che lavorano per altre testate bosniache si sono riuniti davanti all’edificio per protestare contro il raid, nel corso del quale tre dipendenti di Klix.ba sono stati trattenuti all’interno del palazzo. Uno di loro ha appeso su una finestra un foglio con la scritta ‘Il giornalismo non è un reato’. I dipendenti del portale web si sono finora rifiutati di rivelare alla polizia in che modo abbiano ottenuto la registrazione.
“Si tratta di uno sfacciato attacco ai media”, ha affermato Dario Novalic, presidente del Press Council in Bosnia-Erzegovina, aggiungendo che Klix.ba è accusato di aver effettuato intercettazioni telefoniche non autorizzate. Il sindacato dei giornalisti bosniaci ha affermato in una nota che il raid è “il più brutale attacco alla libertà di espressione e ai diritti dei giornalisti mai registrato in Bosnia” e che l’obiettivo delle autorità è quello di spaventare i reporter del portale e di tutti gli altri media nel Paese.