Madrid (Spagna), 22 dic. (LaPresse/AP) – In caso di condanna, l’infanta Cristina rischia fino a quattro anni di carcere. I problemi legali della sorella del re Filippo VI, durante i quattro anni di indagini, hanno danneggiato l’immagine della monarchia spagnola. Felipe, 46 anni, è diventato re a giugno a seguito dell’abdicazione del padre Juan Carlos dopo circa 40 anni di regno. Felipe ha promesso di ripristinare la fiducia dell’opinione pubblica nella monarchia e ha ordinato un impasto a palazzo, in base al quale Cristina e la sorella, la principessa Elena, non sono più ufficialmente membri della famiglia reale.
Il caso legale è incentrato sulle accuse secondo le quali Urdangarin avrebbe usato il suo titolo di Duca di Palma per appropriarsi indebitamente di circa 6 milioni di euro di contratti pubblici tramite l’istituto Noos, una fondazione no-profit che lui aveva creato con un partner di affari. Secondo le accuse, Noos incanalava denaro verso altre imprese, compresa Aizoon, ditta immobiliare e di consulenza di proprietà di Urdangarin e dell’infanta Cristina. Gli avvocati di Cristina sostengono che lei sia innocente. Il procuratore Pedro Horrach aveva raccomandato che le accuse a carico di Urdangarin potevano portare a una possibile condanna a 19 anni, dicendo invece che Cristina non doveva essere incriminata ma semmai doveva esserle imposta una multa di 580mila euro per coprire l’ammontare di cui avrebbe potuto beneficiare a causa dei presunti accordi illegali del marito.