Washington (Usa), 17 dic. (LaPresse/AP) – Svolta storica nei rapporti fra Stati Uniti e Cuba dopo 53 anni di gelo in stile Guerra fredda. In discorsi tenuti contemporaneamente, il presidente Usa Barack Obama all Casa Bianca da una parte e il presidente cubano Raul Castro all’Avana dall’altra hanno annunciato che i due Paesi avvieranno colloqui per la ripresa delle relazioni diplomatiche. Gli Stati Uniti riapriranno l’ambasciata all’Avana, che è chiusa dal 1961, e allenteranno alcune sanzioni imposte a Cuba, come per esempio le restrizioni sui viaggi, sulle rimesse e sul trasporto di sigari. L’embargo economico resta invece in vigore, ma su questo Obama ha detto che intende avviare un dibattito con il Congresso perché spera di riuscire a eliminarlo. Da solo infatti non ha il potere di rimuoverlo. Nell’accordo rientrano una serie di rilasci: Cuba ha liberato il contractor Usa Alan Gross, che era detenuto dal 2009, e una spia Usa ma non cittadino statunitense che era agli arresti da oltre 200 anni; gli Stati Uniti, dal canto loro, in cambio hanno liberato gli ultimi tre cubani del gruppo dei ‘Los Cinco’, che facevano parte della rete di spie cubane nota come ‘Wasp network’ inviata dall’allora presidente Fidel Castro nel sud della Florida negli anni ’90 e in patria sono ritenuti degli eroi.
SVOLTA STORICA DOPO COLLOQUI IN VATICANO E CANADA. Il cambio di passo giunge dopo 18 mesi di colloqui segreti fra rappresentanti statunitensi e cubani che si sono tenuti in Canada e in Vaticano. Il Canada ha ospitato sette incontri, che si sono tenuti a Ottawa e Toronto fra il 2013 e il 2014. E un ruolo diretto l’ha avuto papa Francesco che, emerge adesso, in estate ha inviato una lettera a Obama e una a Raul Castro invitandoli a riavviare le relazioni. Ad annuncio avvenuto, oggi pomeriggio, il pontefice ha espresso “vivo compiacimento per la storica decisione dei governi degli Stati Uniti d’America e di Cuba di stabilire relazioni diplomatiche, al fine di superare, nell’interesse dei rispettivi cittadini, le difficoltà che hanno segnato la loro storia recente”.
OBAMA E RAUL CASTRO RINGRAZIANO PAPA FRANCESCO. E nei loro discorsi sia Obama che Raul Castro hanno ringraziato papa Francesco, che il presidente Usa ha indicato come “esempio” da seguire.
OBAMA INAUGURA NUOVO APPROCCIO: TODOS SOMOS AMERICANOS. “L’isolamento non ha funzionato” ha annunciato Obama, inaugurando quello che lui ha definito come un “nuovo capitolo” che archivia un “approccio obsoleto” ai rapporti con Cuba. “Todos somos americanos”, ha detto Obama in spagnolo a conclusione del suo discorso.
USA RIAPRIRANNO AMBASCIATA A CUBA. Il primo passo, adesso, sarà l’avvio di colloqui da parte del segretario di Stato John Kerry, al quale Obama ha dato istruzioni in tal senso. La ripresa dei rapporti diplomatici prevede anche, nell’ambito del processo di normalizzazione, la riapertura dell’ambasciata Usa all’Avana e la realizzazione di scambi di alto livello e visite tra funzionari del governo.
COSA CAMBIA CON LA SVOLTA CUBA-USA: DAI VIAGGI ALLE RIMESSE. Molti i punti che cambieranno con la svolta. Gli Usa provvederanno ad agevolare i viaggi a Cuba per 12 diverse categorie, tra cui visite familiari, affari ufficiali del governo di Washington, dei governi stranieri e di alcune organizzazioni intergovernative, attività giornalistica e gare atletiche. Inoltre i viaggiatori statunitensi autorizzati potranno tornare a casa con beni cubani del valore di 400 dollari, tra cui tabacco e prodotti alcolici per un valore di 100 dollari. I sigari cubani portati negli Stati Uniti dovranno essere però destinati all’uso personale. Inoltre il tetto per le rimesse che si possono inviare dagli Usa ai cubani sarà innalzato da 500 dollari a 2mila dollari a trimestre, i viaggiatori potranno usare le carte di credito e di debito statunitensi a Cuba e gli Usa lavoreranno per aumentare l’accesso dei cubani alle comunicazioni.
LA QUESTIONE DELL’EMBARGO. Con l’annuncio della normalizzazione dei rapporti con Cuba il presidente Usa Barack Obama ha usato in modo consistente il suo potere esecutivo. Tuttavia non può decidere unilateralmente la fine dell’embargo su Cuba perché è stato approvato dal Congresso e dunque sarebbe necessaria un’azione dei parlamentari per ribaltare le misure. A questo proposito, però, Obama si è detto favorevole alla rimozione dell’embargo, dicendo che non vede l’ora l’ora di avere un dibattito “onesto e serio” con i parlamentari.
I CUBANI FESTEGGIANO, CONGRESSO USA DIVISO. Mentre per le strade dell’Avana si respira aria di festa dopo l’annuncio, negli Stati Uniti il Congresso è spaccato. Mentre i democratici plaudono alla svolta dell’amministrazione Obama, per il presidente della Camera degli Stati Uniti, il repubblicano John Boehner, “non c’è nessun ‘nuovo corso’ ma solo un’altra di una lunga serie di stupide concessioni a una dittatura che tratta in modo violento il suo popolo e trama con i nostri nemici”. Inoltre il senatore Gop Marco Rubio, possibile candidato alla Casa Bianca nelle elezioni del 2016, critica il fatto che l’accordo non affronta la questione del rispetto dei diritti umani. Nell’ambito dell’intesa Cuba ha accettato di rilasciare 53 prigionieri politici.
IL RIENTRO DI ALAN GROSS. Intanto è già arrivato a Washington Alan Gross, il contractor Usa rilasciato dalle autorità cubane dopo cinque anni in carcere nell’ambito dell’accordo per la normalizzazione dei rapporti. Era stato arrestato a Cuba a dicembre del 2009, mentre lavorava per l’Usaid e stava cercando di creare un accesso a internet per la piccola comunità ebraica locale, in modo da aggirare le restrizioni imposte dalle autorità dell’Avana. Cuba considera le attività di Usaid dei tentativi illegali di minare il suo governo, e Gross era stato condannato a 15 anni di carcere. E recentemente l’agenzia è finita al centro di polemiche dopo che ad aprile Associated Press rivelò che l’agenzia aveva lavorato per creare un ‘Twitter cubano’ mirato a diffondere proteste contro il governo cubano.
LE PRECEDENTI APERTURE DI OBAMA VERSO CUBA. Dopo che Raul Castro era diventato presidente di Cuba nel 2008, succedendo al fratello Fidel, Obama aveva adottato alcuni passi per allentare le restrizioni imposte contro l’isola. Il presidente americano aveva cercato di facilitare la situazione dei cittadini statunitensi che hanno familiari a Cuba, ma aveva respinto gli appelli per l’eliminazione dell’embargo.