Cape Canaveral (Florida, Usa), 5 dic. (LaPresse/AP) – Un volo sperimentale durato 4 ore e 24 minuti. Abbastanza per aprire una nuova frontiera dello spazio e per far gioire la Nasa in vista di nuove missioni. Dopo il rinvio di ieri, dovuto ai forti venti e ad alcuni problemi tecnici, la capsula Orion è decollata oggi da Cape Canaveral alle 7.05 ora locale (le 13.05 in Italia) ed è tornata sulla Terra, ammarando nell’oceano Pacifico poco prima delle 11.30 (le 17.30 in Italia). Una missione breve, ma completata con successo.
“Ecco la tua nuova astronave, America”, ha detto Rob Navias, commentatore della missione di controllo non appena Orion ha toccato la superficie dell’acqua. Nel corso del lancio di prova la navicella ha fatto segnare un doppio record: volare più veloce e più lontano di quanto avesse fatto una navicella destinata a trasportare esseri umani fin dal programma lunare di Apollo, il cui ultimo lancio risale al 1972. La navicella ha toccato l’atmosfera terrestre a 20mila miglia all’ora (32mila chilometri orari), mentre il punto più lontano raggiunto è stato di 3.604 miglia dal nostro pianeta(5.800 chilometri), la maggiore distanza raggiunta da una navicella destinata a ospitare esseri umani dal volo dell’Apollo 17 di 42 anni fa.
Al termine della missione, Navies ha definito il viaggio come “il volo più perfetto che si sarebbe potuto immaginare”. La Nasa fa sapere che i computer della capsula non sono stati danneggiati dagli alti livelli di radiazioni, una delle questioni chiave a cui si voleva dare risposta con il test. Il ritorno di Orion sulla Terra è stato ripreso da un drone in volo sulla zona di ammaraggio, che ha fornito spettacolari immagini della discesa della capsula.
L’importanza del volo odierno risiede nel fatto che l’agenzia spaziale statunitense vorrebbe puntare su Orion per portare gli astronauti oltre l’orbita terrestre, per raggiungere asteroidi e Marte. Mete che per ora restano comunque lontane. Il primo viaggio di Orion con passeggeri è previsto infatti per il 2021; gli asteroidi saranno una meta a partire dal 2020 e Marte infine non prima del 2030.