Sanaa (Yemen), 4 dic. (LaPresse/AP) – Al-Qaeda nella penisola arabica ha minacciato di uccidere un ostaggio statunitense rapito più di un anno fa e ha dato a Washington tre giorni di tempo per soddisfare alcune richieste. Lo ha riferito il Site Intelligence Group, che monitora le attività dei militanti, che ha ottenuto un video dell’organizzazione in cui si vede l’ostaggio, identificato come il 33enne Luke Somers, fotoreporter americano nato nel Regno Unito. L’uomo era stato rapito a settembre del 2013 in una strada di Sanaa, capitale dello Yemen, dove lavorava per il quotidiano Yemen Times.
Nel filmato di tre minuti diffuso da Site si vede prima un leader locale di al-Qaeda, Nasser bin Ali al-Ansi, che parla in arabo dei reati commessi dagli Usa contro il mondo musulmano. Washington, afferma l’uomo, ha tre giorni di tempo per soddisfare le richieste del gruppo terroristico o “altrimenti l’ostaggio americano incontrerà la sua inevitabile sorte”. Al-Ansi non specifica le richieste, affermando che l’amministrazione Usa ne è “consapevole”. Poi nel filmato compare Somers, che chiede aiuto in inglese: “È passato più di un anno da quando sono stato rapito a Sanaa. Fondamentalmente, sto cercando qualsiasi aiuto che possa tirarmi fuori da questa situazione. Sono sicuro che la mia vita è a rischio”.
Somers era probabilmente parte del gruppo di ostaggi la cui liberazione era stata l’obiettivo della missione congiunta lanciata la settimana scorsa dalle forze yemenite e statunitensi, nel corso della quale erano stati tratti in salvo otto prigionieri di al-Qaeda. Subito dopo il blitz un ufficiale della sicurezza yemenita aveva riferito che i soldati non erano riusciti a liberare altri cinque ostaggi, tra cui un giornalista americano e un britannico.