Mosca (Russia), 4 dic. (LaPresse/AP) – Dall’economia all’Ucraina e alla Crimea, dall’attacco di oggi in Cecenia ai test scolastici. È stato un intervento a tutto tondo quello del presidente russo Vladimir Putin, che ha tenuto stamattina il suo annuale discorso alla nazione.
Il leader del Cremlino ha difeso la politica estera aggressiva di Mosca, definendola necessaria per la sopravvivenza. E ha difeso in particolare l’annessione della Crimea avvenuta a marzo, dopo la cacciata dell’allora presidente filorusso Viktor Yanukovych dall’Ucraina a seguito delle proteste di piazza. Putin ha definito la penisola di Crimea terreno spirituale russo, “il nostro Monte del Tempio”, aggiungendo che orgoglio nazionale e rispetto della sovranità sono “una condizione necessaria di sopravvivenza” della Russia. Parlando in una stanza piena di ministri, deputati e amministratori locali, il presidente russo ha espresso nuovamente il suo dispiacere per la cacciata di Yanukovych, ma non ha dato alcun segnale su quali potrebbero essere le prossime mosse di Mosca nell’est dell’Ucraina.
Il tono mantenuto da Putin è stato però molto fermo: “Nessuno riuscirà a sconfiggere la Russia militarmente”, ha detto. “Sarebbero stati felici di lasciarci prendere la strada della Jugoslavia e dello smembramento del popolo russo, con tutte le tragiche conseguenze, ma non è successo, non abbiamo permesso che accadesse”, ha affermato.
Quanto all’economia, il presidente russo ha annunciato misure per spingere la crescita, dicendo che la rinascita del “ruolo geopolitico” della Russia dovrebbe andare di pari passo con un’economia fiorente. È atteso che l’anno prossimo la Russia entri in recessione, per la prima volta in sei anni. Putin ha inoltre proposto un’amnistia per il rientro in Russia dei capitali offshore.
Infine un riferimento all’attacco di stamattina a Grozny, in Cecenia, dove ci sono stati scontri a fuoco tra militanti e poliziotti che si sono conclusi con 19 morti, di cui 10 agenti e nove militanti, e 28 feriti. Putin si è detto fiducioso che le forze locali cecene riusciranno a occuparsi dell’attacco terroristico di Grozny. Ha inoltre definito gli aggressori dei “ribelli”, in riferimento ai separatisti degli anni ’90 che hanno combattuto contro le forze federali. La sparatoria ha rotto la patina di stabilità che sembrava essere garantita da anni al governo del leader Ramzan Kadyrov, nominato dal Cremlino.