Ferguson (Missouri, Usa), 25 nov. (LaPresse/AP) – Il Grand jury chiamato a pronunciarsi sul caso del 18enne afroamericano Michael Brown, ucciso lo scorso 9 agosto a Ferguson dal poliziotto bianco Darren Wilson, ha deciso di non incriminare l’agente. Ad annunciarlo nella serata americana, circa le 3.30 di stanotte in Italia, è stato il procuratore della contea di St. Louis, Bob McCulloch. Il Grand jury era composto da nove membri bianchi e tre neri e si incontrava settimanalmente dal 20 agosto per valutare gli elementi a disposizione. Per l’incriminazione di Wilson sarebbero stati richiesti nove voti. Il dipartimento della Giustizia degli Stati Uniti sta conducendo un’indagine separata sul caso per eventuali violazioni dei diritti civili, che potrebbe risultare in accuse federali.
Subito dopo la decisione, che era attesa da giorni con manifestazioni quotidiane, a Ferguson sono scoppiate le proteste, che sono degenerate in violenze: per le strade del sobborgo di St. Louis sono stati sentiti spari e ci sono stati saccheggi nei negozi, molti dei quali sono stati dati alle fiamme. La polizia è intervenuta lanciando fumogeni e spray al peperoncino dai veicoli blindati per disperdere la folla. Nella tarda serata di lunedì la maggior parte dei manifestanti si era sparpagliata, ma dopo la mezzanotte locale c’erano ancora notizie di spari e saccheggi.
In attesa dell’annuncio centinaia di persone si erano radunate davanti al dipartimento di polizia di Ferguson e, mentre McCulloch pronunciava il suo discorso, molti si sono raccolti attorno a un’auto dalla cui radio ascoltavano l’intervento. In cima all’auto era seduta la madre di Michael Brown, Lesley McSpadden. Quando la decisione è stata annunciata la donna è scoppiata in lacrime e ha cominciato a gridare, prima di essere portata via dai manifestanti. Poco dopo la famiglia di Brown ha diffuso una dichiarazione in cui invitava a compiere proteste pacifiche, ma l’appello è rimasto inascoltato. Sono cominciati saccheggi nei negozi, roghi di auto della polizia e decine di edifici sono stati dati alle fiamme. Si sono inoltre sentiti spari per le strade, almeno 150 secondo la polizia, che è intervenuta con lacrimogeni ma dice di non avere esploso neanche uno sparo. Saccheggiato anche il Ferguson Market, cioè il negozio dal quale – secondo quanto risulta da un video di sorveglianza – Brown rubò una scatola di sigari poco prima di essere ucciso. Almeno un edificio e diversi veicoli sono stati bruciati inoltre nella vicina città di Dellwood. Durante le proteste sono stati scherniti i poliziotti, contro i quali i dimostranti hanno lanciato sassi e bottiglie chiamandoli assassini.
Il Grand jury poteva solo determinare se esistessero elementi probabili per incriminare Wilson, ma non poteva decidere della sua colpevolezza. Se la giuria avesse optato per l’incriminazione sarebbe stata istituita una giuria separata per un processo, che avrebbe deciso della condanna o dell’assoluzione del poliziotto. Il Grand jury che si è pronunciato non era stato istituito appositamente per questo caso ma, al momento della sparatoria, stava già svolgendo un incarico di quattro mesi per audizioni di casi di routine, che sarebbe dovuto scadere il 10 settembre ma è stato esteso al 7 gennaio, il massimo possibile. Dopo la sparatoria del 9 agosto, però, questa giuria ha cominciato a dedicarsi esclusivamente al caso di Michael Brown. Nel suo discorso di circa 45 minuti, il procuratore McCulloch ha difeso l’operato della giuria, ripetendo più volte che nei racconti dei circa 60 testimoni ascoltati c’erano incongruenze ed errori. McCulloch non ha mai fatto riferimento al fatto che Brown fosse disarmato quando è stato ucciso, e subito dopo la conferenza stampa sono state diffuse mille pagine di documenti che includono la testimonianza resa da Wilson. Le indagini aperte in relazione al caso Brown sono diverse: oltre a questa del Grand jury e oltre a quella del dipartimento Usa della Giustizia in corso per eventuali violazioni dei diritti civili, che potrebbe risultare in accuse federali, lo stesso dipartimento ha lanciato un’indagine più ampia sulla polizia di Ferguson, per verificare se ci siano discriminazioni. Inoltre, indipendentemente da questi tre filoni, la famiglia di Brown potrebbe anche presentare una denuncia contro Wilson per morte ingiusta.