Berlino (Germania), 14 nov. (LaPresse/AP) – Dallo Spazio arrivano una notizia buona e una cattiva a proposito della missione di Rosetta e Philae. La buona è che il lander Philae, staccatosi dalla sonda Rosetta, ha cominciato la perforazione della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, perforazione che si spera possa rivelare informazioni utili. La cattiva notizia è invece che gli scienziati dell’Agenzia spaziale europea (Esa) non sanno ancora esattamente dove Philae si trovi sulla cometa e stanno sperando con ansia che le batterie del modulo tengano ancora per il tempo sufficiente a ricevere i dati. Il problema è che, arrivando sulla cometa, il lander è rimbalzato due volte e alla fine pare si sia posizionato su un piccolo cratere, da dove i suoi pannelli solari non riescono a ricevere la luce necessaria a dargli energia; per questo sta operando solo grazie alla batteria, che potrebbe però esaurirsi presto.
PHILAE NON RICEVE ABBASTANZA LUCE, TIMORI PER DURATA BATTERIA. Si tratta di una corsa contro il tempo. L’autonomia della batteria è stimata in 64 ore ma, quando quell’energia si sarà esaurita, per generare nuova elettricità Philae avrà bisogno di poter contare sui pannelli solari. Philippe Gaudon, project manager dell’Esa, spiega che usando l’energia della batteria Philae è stato in grado di dispiegare con successo il suo trapano e perforare la superficie della cometa per 25 centimetri per cominciare a raccogliere campioni, ma non è chiaro se il lander avrà energia sufficiente a consegnare le informazioni raccolte. Gli scienziati sperano di riuscire a studiare il materiale che si trova al di sotto della superficie della cometa ma Stephan Ulamec, a capo delle operazioni di Philae, ha spiegato che non è chiaro se l’energia garantita dalla batteria sarà sufficiente a ristabilire i contatti con Philae. “Forse la batteria si esaurirà prima che ristabiliremo il contatto”, ha detto, spiegando che nel frattempo il lander sta ricevendo “energia molto limitata” dai suoi pannelli solari e che attualmente gli ingegneri stanno provando a capire come potrebbero spostare i pannelli in modo da far sì che ricevano più luce.
SE LA BATTERIA SI ESAURISSE PHILAE POTREBBE COMUNQUE RISVEGLIARSI. In ogni caso, anche se Philae dovesse esaurire tutta la sua energia, nei prossimi mesi resterà sulla cometa in modalità ibernazione. La cometa si muove lungo un’orbita ellittica della durata di sei anni e mezzo intorno al sole e a momento vi si sta avvicinando. Così, in teoria, Philae potrebbe risvegliarsi se la cometa passerà vicino al sole in un modo che consenta ai pannelli solari di prendere più luce, spiega Ulamec. Intanto comunque nei prossimi mesi Rosetta utilizzerà i suoi 11 strumenti per analizzare la cometa.
COMETA POTREBBE RACCONTARE ORIGINE DELLA VITA SULLA TERRA. Tutto ciò succede a 500 milioni di chilometri dalla Terra, su una cometa che sfreccia nello Spazio a 66mila chilometri all’ora. L’importanza di analizzare il materiale che si trova al di sotto della superficie della cometa è dovuta al fatto che è rimasto perlopiù invariato per 4,5 miliardi di anni, per cui i campioni prelevati potrebbero essere come una capsula del tempo. Gli scienziati sperano insomma che il progetto da 1,3 miliardi di euro li aiuterà a sapere di più delle comete e degli altri oggetti celesti, rispondendo possibilimente anche a domande come l’origine della vita sulla Terra.
I DUE RIMBALZI DI PHILAE ALL’ARRIVO SULLA COMETA. Da quando mercoledì Philae ha toccato il suolo della cometa, ha inviato immagini sorprendenti e oggi ha piantato sulla superficie di 67P/Churyumov-Gerasimenko un termometro. L’arrivo sulla cometa è avvenuto con un imprevisto: i due arpioni che avrebbero dovuto ancorare Philae alla superficie non si sono attivati in modo appropriato e il lander è così rimbalzato una prima volta, vagando nel vuoto per due ore prima di toccare nuovamente la superficie della cometa; dopo un secondo rimbalzo, più piccolo, gli scienziati ritengono appunto che Philae si sia fermato in un cratere poco profondo che si trova nel nucleo della cometa, ampio 4 chilometri.
PER GLI SCIENZIATI E’ IN OGNI CASO UN SUCCESSO. Le comunicazioni con il lander sono lente e i segnali impiegano oltre 28 minuti per viaggiare tra la Terra e la sonda madre di Philae, Rosetta, che si trova al di sopra della cometa. Ma per gli scienziati, indipendentemente da per quanto tempo ancora Philae continuerà a parlare con loro, la spedizione sarà stata comunque un grande successo dal momento che sono già riusciti a raccogliere un’enorme quantità di dati. “Smettiamo di guardare alle cose che avremmo potuto fare se tutto avesse funzionato in modo corretto” e “guardiamo alle cose che abbiamo fatto, a ciò che abbiamo raggiunto e a quello che abbiamo sul terreno: questo è unico e sarà unico per sempre”, ha detto Andrea Accomazzo, direttore di volo di Rosetta.
ROSETTA HA RIPRESO IL RIMBALZO DEL LANDER. Quanto all’individuazione della posizione esatta di Philae, Holger Sierks, che si sta occupando dei sistemi di riprese di Rosetta, riferisce che le telecamere dovrebbero avere catturato le immagini del rimbalzo del lander, raccogliendo informazioni importanti per riuscire a localizzare il modulo. I dati però non sono ancora arrivati e gli specialisti stanno ancora passando a setaccio un’area della cometa di misure comprese fra uno e due chilometri quadrati.