Naypyitaw (Birmania, Usa), 13 nov. (LaPresse/AP) – Diversi leader mondiali si incontreranno in Birmania oggi in una serie di incontri legati a summit internazionali, dove secondo le previsioni esprimeranno tiepida preoccupazione su temi che vanno dalle dispute territoriali al terrorismo. Secondo alcuni esperti, gli incontri sono una opportunità per nemici politici di sedersi intorno allo stesso tavolo in una atmosfera aperta al dialogo. I summit Association of Southeast Asian Nations (Asean) e East Asia si svolgono a Naypyitaw, capitale in una remota zona della Birmania. Presidenti e premier di 10 Paesi del Sudest asiatico si sono incontrati ieri, con loro i leader di Stati Uniti, Cina, India, Corea del Sud. Tra i leader presenti ieri e oggi, il presidente americano Barack Obama, il premier cinese Li Keqiang, il premier russo Dmitry Medvedev, la presidente sudcoreana Park Geun-hye, il premier indiano Narendra Modi. Seguono i punti chiavi della bozza dei documenti finali, scritti in vista dei summit e fatti circolare prima che gli incontri iniziassero.
Mar cinese meridionale. Le dispute territoriali sono di importanza strategica per molti, inclusa Washington, e l’obiettivo è risolverle pacificamente attraverso il dialogo. Le nazioni del Sudest asiatico e la Cina dovrebbero lavorare verso una conclusione del Codice di condotta.
Ebola. L’epidemia presenta una minaccia globale alla pace e alla sicurezza, assistenza sanitaria è necessaria per combattere la diffusione del virus nelle nazioni colpite dell’Africa occidentale. Quando necessario, i leader delle nazioni del Sudest asiatico cercheranno assistenza dall’Organizzazione mondiale della sanità per individuare e rispondere alle minacce alla salute pubblica.
Stato islamico. I partecipati ribadiscono il loro sostegno agli sforzi per ripristinare l’ordine pubblico e la sicurezza in Iraq, in cui sono attivi i militanti sunniti. Chiedono all’Iraq e ai partner internazionali di assicurare protezione per i civili e accesso all’assistenza umantiaria per quanti sono colpiti dai conflitti. Chiedono l’immediato, sicuro e incondizionato rilascio di tutte le persone tenute in ostaggio dal gruppo o da altri movimenti ad esso associati.