Bruxelles (Belgio), 12 nov. (LaPresse) – “Non mi scuso per quello che ho fatto per il mio Paese. Non ho mai dato istruzioni per un dossier fiscale in particolare. I ministri delle Finanze non devono dare istruzioni alle amministrazioni, e le amministrazioni non sono tenute a riferire ai ministri delle Finaze”. Lo ha detto il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, riferendo in Aula del Parlamento Ue su LuxLeaks e le presunte elusioni ed evasioni fiscali in Lussemburgo. “Non dipingetemi come il grande amico del grande capitale”, ha aggiunto.
In Lussemburgo “il diritto tributario è sempre stato rispettato e non mi risultano pratiche illegali”. La questione ‘Luxembourg leaks’ nasce dal fatto che “probabilmente c’è stato, questa è la mia impressione, un eccesso di ingegneria fiscale come in altri Paesi”, ha proseguito Juncker. “L’eccesso interpretativo è stato possibile perchè c’è un’intersezione di sistemi tributari nazioanli divergenti e differenti”. Questo, ha spiegato Juncker, “è il risultato della non armonizzazione fiscale in Europa”. In sintesi, “siamo davanti alla mancanza di armonizzazione fiscale in Europa”.
Inoltre, ha fatto notare il lussemburghese, “le decisioni tributarie anticipate esistono in ventidue paesi, e quindi non siamo davanti a una specificità lussemburghese ma a un fenomeno diffuso”.
Sul caso ‘Luxembourg leaks’ “la Commissione farà il suo lavoro e svolgerà le sue indagini, ma per farlo ho bisogno della vostra fiducia – ha proseguito rivolgendosi all’Aula -. Senza la vostra fiducia non sarà possibile fare nulla”. Per tutta risposta tra i banchi si sono alzati molti fischi.