Rio de Janeiro (Brasile), 26 ott. (LaPresse/AP) – Dilma Rousseff è stata rieletta presidente del Brasile. I dati ufficiali diffusi dal Tribunale elettorale confermano la sua vittoria al ballottaggio sullo sfidante Aecio Neves del Partito socialdemocratico. Con il 98% dei voti scrutinati, Rousseff ha ottenuto il 51,5% delle preferenze, quanto basta per dichiararne la vittoria.
PAESE DIVISO. Rousseff e Neves sono stati protagonisti di un’accesa campagna elettorale, forse la più combattuta dal ritorno alla democrazia del 1985. “Il Paese è diviso in due, con una parte che vede l’inclusione e la protezione sociale come ciò che conta di più e l’altra parte che ritiene più importante la stabilità macroeconomica”, spiega Carlos Pereira, analista politico della fondazione Gertulio Vargas. “Il candidato che convince gli elettori di essere più disposto a combinare queste due convinzioni e renderle complementari vincerà le elezioni”, aggiunge.
IL PRIMO TURNO. L’avvicinamento alle elezioni ha subito un punto di svolta quando il principale candidato dell’opposizione, Eduardo Campos, è morto in un incidente aereo ad agosto. La sua sostituta, l’ambientalista Marina Silva, si è accreditata come principale sfidante di Rousseff, ma al primo turno ha chiuso al terzo posto alle spalle di Neves, rappresentante del Partito della social democrazia già al governo dal 1995-2003, che invece si è imposto come principale alternativa al governo uscente con il 33,6% dei voti. Alla presidente è andata la maggioranza delle preferenze, il 41,5%, non abbastanza però per evitare il ballottaggio.
ROUSSEFF PUNTA SU CONQUISTE SOCIALI. Dopo il voto la campagna elettorale si è scaldata. Rousseff è partita all’attacco ricordando il difficile periodo in cui il Partito della social democrazia governò il Brasile, “i fantasmi del passato” della povertà, della disoccupazione e dell’iperinflazione. La presidente uscente – oggi rieletta – ha sottolineato quindi le grandi conquiste dei 12 anni di governo del Partito dei lavoratori, prima con Luiz Ignacio Lula da Silva e poi con lei: i programmi di welfare che hanno permesso a milioni di persone di uscire dalla povertà e le politiche che hanno tagliato la disoccupazione, portandola ai minimi storici.
NEVES ATTACCA SU CORRUZIONE. Neves invece ha chiesto agli elettori di guardare ai “mostri del presente”, rappresentati soprattutto dalle difficoltà economiche degli ultimi anni (il Pil del Brasile è cresciuto del 7,5% nel 2010, l’anno prima della salita al potere di Rousseff, ma da allora ha subito un rallentamento e le attese per quest’anno sono di una crescita inferiore allo 0,5%), dall’alta inflazione che ha superato l’obiettivo del governo al 6,5% e dalla corruzione in seno alla compagnia petrolifera statale Petrobras.