Ue, dubbi Commissione su legge di stabilità: dialogo Roma-Bruxelles

Di Emanuele Bonini

Bruxelles (Belgio) – 21 ott. (LaPresse) – La legge di stabilità non piace a Bruxelles. E’ una verità non detta, come si usa in questi casi, ma non è un mistero che all’Italia si rimprovera il continuo slittamento del pareggio strutturale di bilancio e il mancato aggiustamento strutturale dello 0,7% del Pil per il 2015. Il nostro Paese ha consegnato le carte alla Commissione europea lo scorso 15 ottobre, e dopo una settimana ci sono riserve. Sono ancora a livello di canali non ufficiali, ma a Roma si chiedono garanzie per il futuro. Probabilmente, complice anche il rinnovo dell’esecutivo comunitario, all’Italia si chiederà di accelerare le riforme e in cambio si chiuderà ancora una volta l’occhio sui ritardi nel rispetto degli obiettivi di bilancio.

Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato che l’aggiustamento di bilancio per il 2015 sarà pari a circa lo 0,1% del Prodotto interno lordo. “Non erano questi gli impegni presi”, lamentano a Bruxelles. La linea italiana non piace. Se la Commissione dovesse considerare come “grave” lo scostamento italiano, la bocciatura sarebbe inevitabile. Qualcosa che non va c’è. A Lussemburgo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Sandro Gozi, impegnato nei lavori del consiglio Affari esteri, ha trovato il tempo di scrivere su Facebook che “la legge di stabilità è compatibile e coerente con impegni Ue, e il governo italiano è tranquillo”.

La Commissione ha però chiesto chiarimenti e Gozi non ha potuto negarlo “Ci sono contatti continui con la Commissione europea, ma si tratta di un dialogo fisiologico”. Al post di Gozi hanno fatto seguito le parole del commissario europeo per gli Affari economici, Jyrki Katainen, nel corso dell’audizione nell’Aula del Parlamento europeo di Strasburgo. “Il successo del semestre europeo (il ciclo di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio nell’ambito dell’Ue, ndr) dipende dall’attuazione e dal monitoraggio del rispetto delle raccomandazioni per paese”, che contengono anche gli obiettivi su deficit e debito. La legge di stabilità, insomma, pare proprio non piacere alla Commissione Ue, dove per ora vengono smentite le voci di presunte richieste di revisioni nella correzione del deficit strutturale da 8 miliardi di euro (mezzo punto di Pil).