Consiglio d’Europa: Bene Italia, creare lavoro unica via

di Chiara Battaglia

Torino, 18 ott. (LaPresse) – “Il nuovo governo italiano sta portando nuovo dinamismo e nuova energia in Europa”. Così il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjørn Jagland, in un’intervista esclusiva rilasciata a LaPresse a margine della conferenza di alto livello del Consiglio d’Europa sulla Carta sociale europea a Torino. “Ho visto che il primo ministro Renzi, e qui ora c’era anche il ministro (del Lavoro, Giuliano Poletti ndr.), hanno detto che c’è bisogno di far tornare le persone al lavoro, in modo che possano ottenere salari e pagare le tasse: questo è l’unico modo per disfarsi del deficit alto ed è anche il modo migliore di far diminuire le diseguaglianze”, ha proseguito Jagland. “Il fatto che il governo di uno dei Paesi più grandi d’Europa sta cominciando a parlare di questo è importante”, ha affermato.

Il numero uno del Consiglio d’Europa, dunque, apprezza la direzione intrapresa dal governo di Matteo Renzi. “Ieri ho anche visto che il governo sta adesso pianificando di abbassare le tasse per chi ha meno reddito”, dice Jagland riferendosi alla conferma del bonus degli 80 euro nella Legge di stabilità. “È logico nella situazione attuale, perchè se aumenti il reddito di chi ha poco aumenti la domanda, ed è molto più utile che aumentare il reddito delle persone più ricche, perchè loro non riusano questi soldi ma li investono all’estero; chi ha un reddito basso, invece, spende tutto quello che ha, il che crea nuova domanda e nuovo lavoro”, argomenta il segretario generale del Consiglio d’Europa. E aggiunge un altro elemento: “Sono felice di vedere che il governo italiano sta anche mettendo in rilievo la necessità di riforme per rendere la società e il mercato del lavoro più flessibili”, afferma Jagland, evidenziando che questa della flessibilità “è una necessità per una società che sta andando sempre più veloce”. “Nell’economia globale bisogna adattare leggi e regolamentazioni a questa realtà, ma questo non significa che bisogna allontanarsi dalla logica di base dei diritti”, dice ancora.

E proprio di diritti, quelli sanciti dalla Carta sociale europea, si sta discutendo nella due giorni del Consiglio d’Europa di ieri e oggi a Torino, a 53 anni dalla firma della Carta stessa. Parlarne oggi, a tutti questi anni di distanza “è importante per via della situazione in Europa, dove c’è sempre più sofferenza a livello sociale”, spiega Jagland. “Le diseguaglianze stanno crescendo, la disoccupazione è troppo alta e quello che mi preoccupa molto è che ci sono molti giovani in Europa che non hanno mai avuto il padre e la madre con un lavoro ordinario, e loro stessi non hanno mai lavorato e sono disoccupati”. Poi conclude: “Bisogna mettere enfasi sui diritti sociali e dire che sostenerli non è in contraddizione con politiche economiche responsabili, anzi contribuisce alla crescita economica”.