Suruc (Turchia), 11 ott. (LaPresse/AP) – In Turchia, subito fuori da Suruc, si sono tenuti i funerali di due combattenti curdi morti nei combattimenti per difendere la città siriana di Kobani dall’avanzata dei militanti dello Stato islamico (ex Isil). Circa 200 persone si sono riunite per partecipare alle esequie dei due combattenti, un uomo e una donna: Mujaid Ahmed, 22 anni e Fatma Sheikh Hassan, 20 anni. I due sono stati sepolti in semplici bare di legno. Gli uomini si sono alternati nello spalare terra per coprire le bare, mentre le donne piangevano. Tra i presenti c’erano curdi di Suruc e di Kobani. La folla ha concluso la cerimonia di sepoltura cantando “Lunga vita a Kobani”. Intanto sono continuati gli intensi combattimenti nella città di Kobani tra i curdi e i militanti dello Stato islamico.
Un ufficiale curdo, Ismet Sheikh Hasan, ha riportato che gli scontri sono concentrati nelle parti orientali e meridionali della città, e che la situazione è disastrosa. Il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, Rami Abdurrahman, ha aggiunto che i combattenti curdi stanno lottando duramente ma che sono meno armati dei loro rivali. Da quando i militanti dello Stato islamico hanno lanciato il loro attacco a Kobani, a metà settembre, almeno 500 persone sono rimaste uccise e oltre 200mila sono state costrette a fuggire attraverso il confine con la Turchia. Il funzionario curdo Ismet Sheikh Hasan ha chiesto l’aiuto internazionale.
“Stiamo difendendo (la città) ma…abbiamo solo armi semplici e loro (i militanti) hanno armi pesanti”, ha detto nel corso di una telefonata con Associated Press ieri sera. “Non sono assediati, e si possono muovere facilmente”, ha aggiunto. Hasan ha detto che gli attacchi aerei guidati dagli Stati Uniti non sono efficaci, e ha chiesto alla comunità internazionale e alle Nazioni unite di intervenire, prevedendo un massacro se i militanti prenderanno il controllo di Kobani.
Il funzionario curdo ha anche chiesto alla Turchia di aprire un corridoio che permetta ai civili rimasti di lasciare Kobani, e ai rifornimenti di armi di entrare in città. Secondo Hasan i turchi adesso stanno permettendo solo ai civili feriti di entrare in Turchia.