Monte Arafat (Arabia Saudita), 3 ott. (LaPresse/AP) – Circa due milioni di musulmani arrivati da tutto il mondo si sono riuniti stamattina sul monte Arafat, vicino alla Mecca, nell’ambito delle celebrazioni dell’Hajj, il pellegrinaggio islamico. Uomini e donne hanno pregato e pianto pronunciando le parole ‘Labayk, Allahuma, labayk’, ossia ‘Sono qui Dio, rispondo al tuo richiamo, sono qui’ in arabo. Fu proprio sul monte Arafat circa 1.400 anni fa che il profeta Maometto avrebbe pronunciato il sermone d’addio durante l’hajj, facendo appello per l’uguaglianza e l’unità dei musulmani. Secondo i fedeli, nella giornata di oggi le porte del paradiso sono aperte, le preghiere vengono ascoltate e i peccati perdonati.
I pellegrini lasceranno l’Arafat, situato a 20 chilometri a est di Mecca, al tramonto per raccogliere ciottoli che saranno usati domani nella simbolica lapidazione del diavolo nel primo giorno di Id al-adha, la festa del sacrificio. Il pellegrinaggio è fisicamente impegnativo e prevede alcuni rituali, come ad esempio quello di girare sette volte intorno alla Kaaba, una costruzione che si trova al centro della Mecca ed è considerata il luogo più sacro dell’islam. L’hajj è uno dei pilastri dell’islam e ogni musulmano in buona salute deve compiere il pellegrinaggio almeno una volta nella vita. Il nigeriano Abdullahi Mu’azu K/Na’isa ha raccontato di aver pagato 5mila dollari per il pellegrinaggio e ha sottolineato che, se potesse, lo farebbe di nuovo.
“L’Hajj porta felicità e unità a tutti i musulmani, perché possiamo vedere qui tutte le razze insieme, ed è un modo per mischiarsi e costruire un legame”, ha affermato. Ciononostante le crescenti tensioni tra sunniti e sciiti, e l’avanzata dei militanti dello Stato islamico in Iraq e Siria sembrano preoccupare molti dei pellegrini. “Hanno distrutto il mondo arabo e islamico, e danno un’immagine cattiva dell’islam. Se Dio vuole, li sconfiggeremo a breve”, ha detto il pellegrinaggio curdo Deldar Rashid.