Hong Kong, 2 ott. (LaPresse/AP) – Potrebbe essere una nuova nuova giornata calda oggi a Hong Kong, dopo l’ultimatum lanciato dai manifestanti affinché il governatore filocinese Leung Chun-ying si dimetta. Se non lo farà entro la mezzanotte (le 18 in Italia), i leader della protesta hanno promesso azioni più decise, tra cui l’occupazione degli edifici governativi. Ma le autorità hanno avvertito che se ciò avverrà ci saranno gravi conseguenze. Il portavoce della polizia Steve Hui ha fatto sapere che le autorità non tollereranno nessun accerchiamento illegale degli edifici governativi e ha invitato i manifestanti a restare calmi e misurati.
Già nelle prime ore della mattina in realtà, alcune decine di manifestanti, per lo più giovani, hanno provato a bloccare la strada fuori dall’entrata dell’ufficio di Leung. La polizia ha allestito delle barricate in un incrocio vicino e i dimostranti si sono allora accampati dall’altra parte della strada, rannicchiati sotto gli ombrelli che hanno dato il nome alla protesta. “Non stiamo chiedendo a C.Y. (Leung Chun-ying, ndr) di venire a parlare con noi. Stiamo chiedendogli di dimettersi”, spiega May Tang, studente 21enne dell’università di Lingnan.
Ma il governatore si fa forte del sostegno di Pechino, costante e deciso. “Il governo centrale – si legge questa mattina sul quotidiano Quotidiano del Popolo – ha piena fiducia nel governatore Leung Chun-ying ed è molto soddisfatto del suo lavoro”. Pechino, prosegue l’editoriale, sostiene la polizia di Hong Kong, “che ha gestito le attività illegali in accordo con la legge”. Le forze di sicurezza sono state criticate nei giorni scorsi per l’uso di lacrimogeni e di spray al peperoncino.
L’articolo sottolinea inoltre che lo stato di diritto deve essere salvaguardato “al fine di realizzare il sano sviluppo della democrazia e della politica di Hong Kong”. “Gestire gli eventi senza seguire le leggi farà cadere la società di Hong Kong nel caos”, ammonisce il quotidiano, secondo cui i manifestanti hanno “violato in modo flagrante le leggi e i regolamenti di Hong Kong, bloccando gravemente il traffico e turbano l’ordine sociale. Hanno messo le richieste politiche di gruppo di persone sopra la legge, anche dirottando la volonta della gente di Hong Kong per i propri interessi personali”.