Londra (Regno Unito), 30 set. (LaPresse/AP) – Il segretario all’Interno del Regno Unito, Theresa May, ha illustrato una proposta di legge che permetterebbe alle autorità di vietare alle persone con posizioni estremiste di comparire in televisione o pubblicare sui social media, anche senza che sia stato commesso un reato. Se il partito conservatore sarà rieletto al governo l’anno prossimo, ha annunciato May, introdurrà dei poteri civili per bloccare le persone che “diffondono odio velenoso”, anche se non violano la legge. Ai sensi della proposta, la polizia potrebbe chiedere un’ordinanza del tribunale per interrompere le “attività dannose” e restringere gli spostamenti di persone, impedendo loro di parlare in pubblico o pubblicare articoli online. Soltanto una piccola parte degli estremisti ha comportamenti violenti, ha affermato May, ma “i danni causati da loro alla nostra società sono un motivo sufficiente per agire”.
Almeno 500 cittadini britannici, ha riferito il segretario, sono partiti per Siria e Iraq per combattere al fianco di militanti islamici, e servono misure forti per fermare la radicalizzazione di giovani. Le nuove regole, ha spiegato May, potrebbero essere applicate nei confronti di neonazisti e altri radicali, tra cui gli estremisti islamici. Le proposte saranno incluse nel programma dei conservatori in vista delle prossime elezioni, ma non è sicuro che diventeranno legge. Il partito del premier David Cameron governa attualmente in coalizione con i liberaldemocratici, che hanno respinto precedentemente un provvedimento che avrebbe offerto a polizia e agenzie di intelligence ampi poteri per intercettare email e siti di social media, e controllare le ricerche fatte da utenti nei browser online. May ha definito la decisione dei liberaldemocratici “scandalosamente irresponsabile”, aggiungendo che i conservatori introdurranno nuovamente la legge se saranno rieletti a maggio prossimo.
Ma gli attivisti per i diritti sociali e perfino alcuni conservatori hanno definito le misure proposte da May come repressive e potenzialmente controproducenti. Negli anni ’80 e ’90 un divieto di comparire in televisione introdotto nei confronti dei leader del partito Sinn Fein, legato all’Ira, portò a una situazione in cui alcuni attori trasmettevano i messaggi dei separatisti irlandesi. “Dobbiamo essere attenti per non finire di essere come le persone che stiamo cercando di sconfiggere”, ha detto alla Bbc il deputato conservatore David Davis.