Londra (Regno Unito), 26 set. (LaPresse/AP) – Gran Bretagna, Belgio e Danimarca hanno aderito alla coalizione guidata dagli Stati Uniti contro lo Stato islamico in Iraq, impegnandosi in raid aerei e fornendo caccia F 16. I legislatori europei hanno definito le mosse dell’Isil rischiose per la sicurezza nazionale dei singoli Paesi, sostenendo che di fronte ai terroristi l’intervento e la difesa sono diventate una questione di urgenza. Le operazioni militari delle nazioni colpiranno obiettivi in Iraq e non in Siria.
DANIMARCA – La premier danese Helle Thorning-Schmidt ha riferito che il suo governo ha l’appoggio di una maggioranza in Parlamento per il dispiegamento di quattro aerei operativi e tre jet di riserva, insieme a 250 piloti e staff di sostegno. Il dispiegamento durerà 12 mesi. La premier ha aggiunto che è previsto un voto in Parlamento, considerato però una formalità. Tuttavia non sono state immediatamente previste delle date per la votazione. “Nessuno – ha dichiarato la premier – dovrebbe essere abbassare la testa in questo caso. Ognuno deve contribuire nella lotta”. Anche l’Olanda ha accettato di unirsi alla coalizione guidata dagli Stati Uniti in Iraq. Nessuno dei due Paesi ha in programma di dispiegare forze in Siria. La Danimarca ha già contribuito con un aereo da trasporto all’operazione umanitaria guidata dagli Stati Uniti nel nord dell’Iraq.
BELGIO – Anche il Belgio entra a far parte della coalizione guidata dagli Stati Uniti per combattere lo Stato islamico in Iraq, e invierà sei F-16. La partecipazione belga è stata approvata dalla Camera dei rappresentanti dopo più di tre ore di dibattito con 114 voti favorevoli e 2 contrari. “Dobbiamo lottare contro la tortura, contro le decapitazioni, quindi è tempo di agire”, ha commentato un parlamentare belga Veli Yuksel, democristiano fiammingo.
Il Belgio invierà sei aerei da combattimento per un’operazione che durerà un mese. Un coinvolgimento più prolungato sarà oggetto di una valutazione e revisione parlamentare. Il contingente militare belga consterà di 120 persone, tra cui otto piloti.
Il ministro della Difesa Pieter De Crem ha spiegato che i caccia F-16 multiruolo, con base in Giordania, sono stati portati per una sosta notturna in Grecia prima che i deputati votassero, in modo da poter entrare in azione già domani in caso di voto favorevole. In linea con le restrizioni previste dai deputati, il ruolo degli aerei da guerra belga sarà limitato a missioni sull’Iraq.
Nel maggio scorso, un uomo armato ha aperto il fuoco in un museo ebraico a Bruxelles, uccidendo quattro persone. Il sospetto, un cittadino francese di nome Mehdi Nemouche, sembra a tutti gli effetti essere stato un combattente islamico di ritorno dalla Siria.
REGNO UNITO – Il Parlamento britannico ha approvato nel tardo pomeriggio la mozione proposta dal governo di David Cameron su nuovi raid contro lo Stato islamico in Iraq. Il primo ministro ha fatto un appello appassionato ai deputati parlando delle azioni dell’Isil come di “atti barbarici tipici del Medioevo”, con decapitazioni, torture e crocifissioni. “Si tratta di terroristi psicopatici – ha dichiarato Cameron – che stanno cercando di ucciderci. Noi dobbiamo capire che, che ci piaccia o no, ci hanno già dichiarato guerra. Non c’è altra soluzione che intervenire”. Intervenendo alla Camera dei Comuni, dopo più di sei ore di dibattito, Cameron ha precisato che le caratteristiche della campagna militare saranno “pazienza e perseveranza”, non del tipo “colpisci e terrorizza”. La mozione è passata con 524 voti favorevoli e 43 contrari. Londra fornirà velivoli Tornado GR4, parte dei quali è a Cipro, a breve distanza dal nord dell’Iraq.
Anche la risoluzione britannica non affronta alcuna azione in Siria, anche se molti deputati hanno cercato di spingere il governo ad ammettere che questo sarà un probabile passo successivo. Cameron ha però giustificato l’intervento come una risposta alla chiara richiesta di intervento e di aiuto da parte delle autorità irachene. Nella mozione approvata però non è previsto alcun limite di tempo e molti deputati hanno contestato che così il conflutto potrebbe durare anni. Esclusi dalla mozione i raid in Siria e gli interventi di terra, anche se il segretario alla Difesa Michael Fallon ha precisato che il governo potrebbe chiedere al Parlamento il sostegno per bombardamenti siriani. “Lo Stato islamico ha sede in Siria – ha commentato – è lì che ha le sue risorse, la sua gente. Per affrontare l’Isil bisogna sconfiggere i militanti in Iraq e in Siria. Ci stiamo arrivando passo dopo passo ma è chiaro che l’Isil alla fine dovrà essere affrontato su un fronte più ampio”.