Baghdad (Iraq), 25 set. (LaPresse/AP) – Prima di venire uccisa pubblicamente dai militanti dello Stato islamico (ex Isil) l’attivista irachena Samira Salih al-Nuaimi è stata torturata per cinque giorni. Lo rivela la missione di assistenza dell’Onu in Iraq. “Torturando e uccidendo una avvocatessa per i diritti umani e attivista, che si occupava di difendere in particolare i diritti civili e umani dei suoi concittadini a Mosul, l’Isil continua ad dimostrare la sua natura infame, che unisce odio, nichilismo, barbarie così come totale disprezzo per la decenza umana”, ha commentato Nickolay Mladenov, inviato Onu in Iraq. Dopo la morte della donna la sua pagina Facebook sembra essere stata rimossa.
Dopo aver preso il controllo di Mosul l’Isil ha costretto le minoranze religiose a convertirsi all’islam e a pagare tasse speciali, pena la morte. Migliaia di persone sono state costrette alla fuga. Il gruppo ha imposto rigide regole di vestizione per le donne e ad agosto ha distrutto numerosi edifici storici della città, tra cui tempi e moschee, sostenendo che promuovessero l’apostasia. La morte di Samira “è stata motivata solo dal suo lavoro pacifico e legittimo sui diritti umani”, ha commentato il Centro del Golfo per i diritti umani, con sede in Bahrain.