Glasgow (Regno Unito), 17 set. (LaPresse/AP) – Si tiene domani in Scozia l’atteso referendum sull’indipendenza dal Regno Unito. Di seguito una breve guida alla storia e all’economia scozzesi.
LA SCOZIA. Con 5 milioni di abitanti, la Scozia è uno dei più antichi Paesi al mondo, nata nell’anno 843 sotto re Kenneth MacAlpin. È rimasto uno Stato indipendente per più di 800 anni, fino alla formazione del Regno Unito, nel 1707. Quando l’Inghilterra si è trovata in guerra con la Francia a inizio XVII secolo, il timore che la Scozia potesse schierarsi con il nemico spinse Londra a bloccare le attività commerciali e privare gli scozzesi delle proprietà a sud del confine, a meno che non accettassero di creare un Paese unico. Dopo un lungo dibattito e una forte opposizione scozzese, i Parlamenti di entrambe le parti furono dissolti il primo maggio 1707 e rimpiazzati con il Parlamento britannico.
IN COSA LA SCOZIA E’ DIVERSA DAL RESTO DEL REGNO UNITO. In base all’Act of Union del 1707 la Scozia ha potuto conservare i propri sistemi giuridici e di istruzione. Anche la Chiesa nazionale di Scozia è garantita dall’Act of Union. Tuttavia, tutte le questioni monetarie e finanziarie sono controllate dal governo di Londra e dalla Bank of England, fondata dallo scozzese William Paterson nel 1694.
IL PARLAMENTO SCOZZESE. Il desiderio di maggiore autonomia da parte della Scozia ha portato Westminster a tenere un referendum nel 1997 per l’istituzione di un Parlamento a Edimburgo. L’idea venne appoggiata dal 74,3% degli elettori e nel 1999 il Parlamento venne aperto dal veterano Winnie Ewing, che inaugurò il primo incontro con le parole: “Il Parlamento scozzese aggiornato il 25 marzo dell’anno 1707 è oggi riconvocato”. I membri del Parlamento scozzese possono legiferare su temi come educazione, spese sanitarie, politiche abitative, turismo, trasporto. Non hanno poteri su immigrazione, difesa, politica estera, impiego, commercio, energia e sulle principali leve della finanza. Gran parte del denaro utilizzato dal Parlamento scozzese per finanziare i servizi pubblici proviene da donazioni assegnate dal governo del Regno Unito.
ECONOMIA. Il Regno Unito produce oltre il 75% del petrolio offshore dell’Unione europea, il 90% del quale è estratto in acque scozzesi, secondo il Centro comune di ricerca della Commissione europea. In base a dati del 2012, il governo scozzese sostiene che il petrolio estratto nelle sue acque contribuisca con circa 24,4 miliardi di sterline (30,6 miliardi di euro) all’economia britannica. Oltre al petrolio, il governo scozzese calcola che il Paese produca il 25% dell’energia eolica e mareomotrice di tutta l’Ue, e il 10% dell’energia del moto ondoso dell’Unione. Gli export scozzesi hanno un valore di circa 100 miliardi di sterline all’anno (125,7 miliardi di euro) per il Tesoro britannico, inclusi oltre 11 miliardi di sterline (13,8 miliardi di euro) provenienti dai servizi finanziari, assieme a quasi 9 miliardi di sterline (11,3 miliardi di euro) derivanti da alimenti e bevande, tra cui il whisky.
COS’HANNO DATO GLI SCOZZESI AL MONDO. La Dichiarazione di Arbroath, del 1320, volta a confermare lo status della Scozia come Paese indipendente, ha influenzato la Dichiarazione di indipendenza degli Usa. Una rara copia del manoscritto scozzese venne data agli Archivi nazionali statunitensi da parte del governo scozzese nel 2011, come apprezzamento per l’approvazione da parte del Senato americano di una risoluzione che indica il 6 aprile come Tartan Day negli Usa. Nei secoli sono state molte le figure scozzesi che hanno aiutato a crescere la cultura e la scienza mondiali. James Watt aiutò a sviluppare il motore a vapore, Sir Alexander Fleming scoprì la penicillina, John Logie Baird fu pioniere della televisione e Alexander Graham Bell fu il primo a brevettare un telefono funzionale. Fu l’inglese Winston Churchill a dire: “Di tutte le piccole nazioni sulla Terra, forse solo gli antichi greci sorpassano gli scozzesi nel contributo dato all’umanità”.