Francia, avviato dibattito su nuovo disegno legge anti-terrorismo

Parigi (Francia), 15 set. (LaPresse/AP) – Il Parlamento della Francia ha avviato il dibattito su un disegno di legge che darebbe alle autorità maggiori strumenti nella lotta al terrorismo, fra cui la revoca dei passaporti a sospetti aspiranti jihadisti e il blocco dei siti internet che attirano i cittadini francesi per spingerli a combattere. L’apertura del dibattito è avvenuta mentre a Parigi si teneva una conferenza internazionale per organizzare le strategie offensive contro lo Stato islamico (ex Isil), fra cui rientrano anche gli attacchi aerei. La confisca dei passaporti, che rientra in un sistema più ampio mirato a impedire agli aspiranti jihadisti di lasciare il Paese, è fra i punti centrali della legge.

L’ampliamento degli strumenti legali vengono per perseguire gli “individui” è un altro passo importante, visto che al momento le leggi antiterrorismo francesi colpiscono “i gruppi”. Per quanto riguarda il blocco sul web, la nuova legge prevede di oscurare i siti che difendono o incitano al terrorismo e obbliga i provider e gli host a segnalare qualunque azione legata al terrorismo. Le autorità francesi hanno deciso di lavorare a questa legge avendo compreso la necessità di adattare le leggi nazionali per affrontare meglio la minaccia terroristica. L’Occidente teme il ritorno in patria dei cittadini andati in Siria e Iraq a combattere, che rientrano con le conoscenze adatte a compiere attentati.

Le questioni riguardanti la sicurezza nazionale generano un consenso diffuso in Parlamento a Parigi, in cui normalmente le leggi vengono dibattute animatamente; il passaggio alla Camera bassa è altamente probabile e il testo non dovrebbe avere problemi nemmeno in Senato, dominato dai socialisti del presidente François Hollande. Al momento la data del voto sulla legge non è noto. Il ministro dell’Interno, Bernard Cazeneuve, ha dichiarato in un’intervista pubblicata ieri sul Journal du Dimanche che sono 930 i cittadini o residenti francesi che si trovano in Siria e Iraq, che sono in viaggio o che si stanno preparando ad andarci. Di questi, ha aggiunto, 36 sono stati uccisi.