Ian Paisley, da mister No a primo ministro del Nord Irlanda

Dublino (Irlanda), 12 set. (LaPresse/AP) – E’ morto a Belfast, in Irlanda del Nord, all’età di 88 anni il reverendo Ian Paisley, storico leader protestante soprannominato “Mister No” per la sua opposizione a qualsiasi trattativa con i cattolici. E’ stato il politico più controverso dell’Irlanda del Nord per quattro decenni. Paisley ha dedicato la sua vita ad evitare un compromesso con i cattolici, per poi partecipare al processo di pace negli ultimi anni della sua vita politica. Nei tre decenni di guerra civile è stato spesso accusato di infiammare gli animi con il suo linguaggio retorico sferzante. Eppure Paisley nel 2007 ha poi stupito il mondo partecipando al primo governo di unità stabile tra i protestanti e i cattolici. La sua inversione di rotta ha cementato il processo di pace.

L’OPPOSIZIONE AI CATTOLICI. La setta evangelica di Paisley, la Free Presbyterian Church di Ulster, definiva il papa un anticristo. Il suo Democratic Unionist Party ribadiva che l’unione dell’Irlanda del nord con il Regno Unito non poteva tollerare concessioni alle richieste dei nazionalisti irlandesi. Paisley ha denunciato gli accordi di pace del venerdì santo nel 1998 come una resa agli “uomini del sangue”.

LA SVOLTA: PRIMO MINISTRO. Dopo l’accordo con i cattolici del Sinn Féin per la creazione di un governo congiunto, l’8 maggio 2007 è diventato primo ministro del Nord Irlanda. Nel 2008 rassegnò le dimissioni da leader del governo e degli unionisti democratici.