Obama pronto a raid anche in Siria, stanotte annuncia piano anti Isil

Washington (Usa), 10 set. (LaPresse/AP) – Tutto pronto per l’intervento di Barack Obama. Alle 21 ora della costa est degli Stati Uniti (le 2 di notte in Italia) il presidente terrà un discorso alla nazione per delineare il piano di Washington contro lo Stato islamico (ex Isil). Obama annuncerà un rafforzamento del ruolo militare degli Usa in Medioriente. Secondo quanto è emerso dalle indiscrezioni, questo si tradurrà nell’armare e addestrare i ribelli siriani per combattere contro l’Isil e, probabilmente, nell’estendere dall’Iraq alla Siria i raid aerei degli Stati Uniti. Fonti dell’amministrazione riferiscono che Obama e il vice presidente Usa Joe Biden hanno chiamato oggi i deputati per spingerli a inserire in una legge attualmente al vaglio del Congresso l’autorizzazione ad armare i ribelli.

L’annuncio di un maggiore impegno militare in Medioriente sembra in contraddizione con la visione che lo stesso Obama aveva delineato durante la sua corsa alla presidenza, quando promise di porre fine alla guerra in Iraq. E il tempismo del nuovo piano anti Isil impressiona particolarmente: il discorso si terrà infatti a poche ore dalle commemorazioni per il 13esimo anniversario degli attentati dell’11 settembre 2001, che portarono proprio Washington alla guerra in Afghanistan e Iraq. A 13 anni di distanza il timore degli Stati Uniti, come di altri Paesi occidentali, è che i concittadini che sono partiti per il Medioriente per combattere con l’Isil ritornino in patria per compiere degli attacchi. Tuttavia a questo proposito fonti ufficiali dell’amministrazione Usa hanno detto oggi che non sono consapevoli di alcuna minaccia credibile di potenziali attacchi negli Stati Uniti da parte dello Stato islamico.

A poche ore dal discorso di Obama, il dipartimento del Tesoro Usa ha fatto sapere che la strategia anti Isil includerà maggiori sforzi per indebolire le finanze dello Stato islamico. Il sotto segretario al Tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria, David Cohen, afferma che gli Usa lavoreranno con altri Paesi, specialmente quelli del Golfo, per tagliare le fonti di finanziamento esterne al gruppo e il suo accesso al sistema finanziario globale. E a questo proposito Obama ha già attivato una serie di canali internazionali: oggi ha telefonato al re saudita Abdullah in vista di una riunione dei leader arabi sul loro contributo alla coalizione globale contro lo Stato islamico. Il segretario di Stato americano, John Kerry, oggi è arrivato a sorpresa a Baghdad per incontrare i nuovi leader dell’Iraq e questa settimana si recherà in visita in Arabia Saudita e Giordania. Inoltre oggi la Casa Bianca ha annunciato che fornirà 25 milioni di dollari di assistenza militare immediata al governo iracheno nell’ambito degli sforzi cotro l’Isil.

La proposta di armare i ribelli siriani era già stata presentata a Obama dai suoi più stretti collaboratori, compresa la ex segretaria di Stato Hillary Clinton, ma Obama aveva sempre resistito sostenendo che ci fosse troppa incertezza sulla composizione delle forze ribelli. Bisognerà dunque vedere come sarà giustificata l’eventuale scelta nel discorso di stasera. Il presidente aveva approvato un piccolo programma gestito dalla Cia per armare i ribelli, ma adesso si tratterebbe di uno sforzo ampliato, la cui gestione passerebbe nelle mani del Pentagono nei Paesi vicini al confine con la Siria.

Quanto agli attacchi aerei Usa in Siria, da aggiugersi a quelli già avviati in Iraq dall’8 agosto, stando alle persone vicine al presidente Usa Obama vrebbe cominciato a rifletterci più concretamente dopo la decapitazione dei due giornalisti Usa James Foley e Steven Sotloff. In una cena privata che si è tenuta lunedì sera con esperti di politica estera, per esempio, Obama ha sottolineato l’importanza di guardare lo Stato islamico come un’organizzazione unica e non come due gruppi separati da un confine. Ieri Obama ha incontrato nello Studio Ovale i leader del Congresso, ma pare che non intenda chiedere l’autorizzazione del Parlamento per far entrare in vigore il piano. Al termine del meetig, ieri la Casa Bianca ha fatto sapere che Obama ha detto di avere tutta l’autorità di cui ha bisogno per intraprendere le azioni contro lo Stato islamico che annuncerà nelle prossime ore.

Recentemente Washington ha inoltre fatto pressioni sugli alleati europei e in Medioriente per aiutare contro l’Isil. E oggi la Francia ha accolto questo invito: il ministro degli Esteri, Laurent Fabius, ha annunciato che Parigi è pronta a partecipare agli attacchi aerei contro gli estremisti in Iraq “se necessario”. Germania e Italia avevano già annunciato che manderà armi ai curdi, in funzione anti Isil.

Un sondaggio diffuso lunedì da Washington Post e ABC News mostra che gli americani sosterrebbero una campagna aerea degli Usa in Medioriente. Stando allo studio, il 71% degli intervistati è a favore, in aumento rispetto al 54% di sole tre settimane fa; e il 65% si è detto favorevole a un’estensione dei raid alla Siria.