Madrid (Spagna), 3 set. (LaPresse/AP) – I medici del Southampton General Hospital sapevano che i genitori di Ashya King avevano intenzione di portare il bambino all’estero, anche se non sapevano precisamente quando. Lo ha detto il padre del bimbo, Brett King, parlando in conferenza stampa con la moglie a Siviglia, nel sud della Spagna, dopo che la coppia è stata rilasciata ieri sera dal carcere di Soto del Real, a 40 chilometri da Madrid. Brett King ha aggiunto che sta per andare con la moglie a vedere il bambino, che si trova ricoverato nell’ospedale di Malaga, a due ore di macchina da Siviglia. Tutto quello che la coppia voleva per il figlio, ha ripetuto ancora una volta il padre, era il suo bene. Ieri i genitori di Ashya hanno ottenuto una vittoria, quando la procura britannica ha ritirato il mandato di accusa a loro carico, determinando la scelta della Corte nazionale di Madrid di ordinarne il rilascio immediato.
Ashya King, cinque anni, ha un tumore al cervello. I genitori lo hanno prelevato venerdì senza autorizzazione dal Southampton General Hospital, in Inghilterra, e sono fuggiti in Spagna. Brett e Naghemeh King, questi i nomi dei genitori, hanno spiegato che volevano per il bambino una nuova cura della quale sono venuti a conoscenza su internet, nota come radioterapia con fasci di protoni, e che l’ospedale inglese non offriva loro. Per questo la coppia era fuggita in Spagna, con il bambino, nella speranza di vendere una proprietà che aveva lì e ottenere contanti sufficienti a pagare le cure in Repubblica Ceca o negli Stati Uniti. Quando la clinica si è accorta della fuga ha lanciato l’allarme alla polizia britannica, che ha emesso un mandato di cattura poi diramato anche dall’Interpol.
La coppia è stata dunque arrestata domenica a Malaga e lunedì il tribunale di Madrid aveva ordinato un fermo di 72 ore in attesa di decidere sull’estradizione nel Regno Unito. Ieri il dietrofront: il Crown Prosecution Service, questo il nome della procura britannica, ha deciso di ritirare il mandato di arresto perché il capo della forza di polizia che lo aveva richiesto, il commissario capo della polizia dell’Hampshire Andy Marsh, ha sottolineato che l’intento dei genitori era di garantire la sicurezza del bambino e “non di negargli il sostegno familiare in un periodo così impegnativo della sua vita”.
Sul caso si era speso personalmente il primo ministro britannico, David Cameron. “Accolgo con favore la notizia che decade il mandato d’arresto a carico dei genitori di Ashya King. È importante che questo bambino ottenga le cure e l’amore della sua famiglia”, ha scritto ieri su Twitter il premier. Cameron aveva mostrato un certo trasporto, ricordando in un’intervista alla radio Lbc la storia di suo figlio Ivan, che aveva una paralisi cerebrale e soffriva di epilessia ed è morto nel 2009 all’età di sei anni. Cameron ha ricordato di quando teneva il figlio in grembo e gli dava da mangiare tramite un tubo. “Spero che prevalga il buon senso, rapidamente, in modo che la famiglia possa riunirsi al bambino e a lui possa essere data la migliore cura, nel Regno Unito o altrove”, aveva detto il primo ministro.
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