Davydo-Mykilske (Ucraina), 22 ago. (LaPresse/AP) – Decine di camion del convoglio russo di presunti aiuti umanitari diretti nell’est dell’Ucraina sono entrati in territorio ucraino senza l’approvazione di Kiev. L’ingresso è stato possibile perché i veicoli sono passati dal valico di frontiera di Izvaryne, che è in mano ai ribelli separatisti filorussi. Kiev denuncia: “È un’invasione diretta”. Secondo i servizi di sicurezza ucraini, i camion sarebbero guidati da soldati dell’esercito russo e i mezzi sarebbero semivuoti perché dovrebbero portare armi ai separatisti e poi caricare a bordo i corpi dei ribelli morti nell’est dell’Ucraina. La Croce rossa, diversamente da quanto era stato previsto, non sta scortando i camion russi perché ha detto di non avere ricevuto garanzie sufficienti sulla sicurezza. Kiev ha assicurato che, nonostante tutto, non bombarderà il convoglio. Se i veicoli russi dovessero essere attaccati Mosca potrebbe entrare direttamente nel conflitto tra governo ucraino e separatisti. Intanto la Farnesina condanna l’accaduto, parlando di “un’azione unilaterale” da parte della Russia, che definisce “gravissima”.
L’INGRESSO DEI CAMION IN UCRAINA SENZA AUTORIZZAZIONE. L’ingresso dei primi camion è avvenuto stamattina: un giornalista di Associated Press ha raccontato di avere visto un prete che dava la benedizione al primo camion, per poi salire a bordo dal lato passeggero e infine attraversare il confine. Un comandante dei ribelli sul posto, che si è identificato solo con il nome in codice Kot, ha riferito che i camion entrati sono almeno 34, aggiungendo che sono diretti a Luhansk, nell’est dell’Ucraina. I mezzi sono entrati però senza autorizzazione: a confermarlo sia la Russia che l’Ucraina. Mosca ha giustificato la sua decisione mostrandosi spazientita dalla lunga attesa alla frontiera: “La parte russa ha deciso di agire” e “la nostra colonna di aiuti umanitari sta cominciando a muoversi in direzione di Luhansk”, recita la dichiarazione pubblicata sul sito del ministero degli Esteri russo, che accusa inoltre Kiev di “ritardi senza fine” e di continuare a bombardare zone residenziali attraverso le quali il convoglio dovrebbe passare.
KIEV DENUNCIA INVASIONE. Il governo di Kiev reagisce denunciando che l’entrata del convoglio russo senza permesso è una “invasione diretta”. L’Ucraina aveva autorizzato l’ingresso solo di poche decine di camion, mentre il numero di veicoli russi entrati in Ucraina attraverso il posto di frontiera in mano ai ribelli è molto più alto della cifra concordata. Oltre a parlare di invasione, il capo dei servizi di sicurezza ucraini Valentyn Nalyvaichenko sostiene che i mezzi siano guidati da uomini dell’esercito russo addestrati a guidare veicoli da combattimento. Sostiene inoltre che i camion siano entrati semivuoti perché dovranno trasportare armi ai ribelli e portare via dall’est dell’Ucraina i corpi dei combattenti russi morti. Effettivamente alcuni giornalisti di Associated Press hanno sentito provenire dai camion russi il rumore del contenuto all’interno che si spostava e scivolava, il che conferma il fatto che molti veicoli siano solo parzialmente carichi. Kiev accusa da tempo la Russia di supportare e armare i ribelli, accusa che Mosca respinge negando.
I RITARDI E I SOSPETTI SULLA MISSIONE DI MOSCA. L’ingresso dei mezzi russi è giunto dopo una settimana di rinvii, dovuti proprio ai sospetti di Kiev che la missione umanitaria potesse essere utilizzata da Mosca come copertura per un’invasione, con l’invio di rinforzi ai separatisti filorussi nell’est dell’Ucraina. I camion avevano infatti raggiunto la frontiera più di una settimana fa, e da allora erano fermi nell’area controlli, mentre Kiev e Mosca discutevano sulla possibilità o meno di entrare in territorio ucraino: Kiev voleva che i furgoni passassero attraverso un valico di frontiera controllato dal governo; Mosca invece voleva passare da una postazione di frontiera controllata dai ribelli, cosa che poi ha fatto. La Russia ha sempre respinto i timori di Kiev, sostendo che i camion siano carichi di acqua, generatori e sacchi a pelo destinati ai civili della città di Luhansk, dove i separatisti sono assediati da giorni dalle forze governative e dove i bombardamenti proseguono da settimane. “C’è l’impressione sempre più forte che i leader ucraini stiano deliberatamente trascinando avanti la consegna del carico umanitario fino alla situazione in cui non ci sarà più nessuno da aiutare”, ha affermato oggi il ministero degli Esteri di Mosca per giustificare la sua decisione unilaterale.
CROCE ROSSA NON SCORTA IL CONVOGLIO. A far salire ancora di più la tensione il fatto che il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha deciso di non scortare il convoglio russo. “Non abbiamo ricevuto garanzie sufficienti sulla sicurezza dalle parti coinvolte nei combattimenti”, ha annunciato il Cicr su Twitter. Il fatto che la Croce rossa dovesse scortare i camion russi in territorio ucraino era stato previsto proprio per placare i timori che Mosca potesse utilizzare la missione umanitaria come pretesto per un’invasione.
CHE PERCORSO STANNO FACENDO I CAMION. I camion russi entrati in territorio ucraino nel loro percorso stanno evitando le zone in mano alle truppe governative. Poco dopo avere lasciato la città di frontiera di Izvaryne hanno imboccato la principale strada che porta a Luhansk, ma poi si sono diretti verso nord in una strada di campagna e hanno parcheggiato nel villaggio di Uralo-Kavkaz, dove c’è una strada secondaria che porta a Luhansk e solitamente è utilizzata dai ribelli. Nel primo pomeriggio, mentre altri camion hanno continuato ad arrivare nel villaggio di Uralo-Kavkaz, i primi sono ripartiti percorrendo strade che passano nei villaggi vicini al confine russo e hanno fatto un ampio giro per evitare la principale autostrada che porta a Luhansk. Intorno all’ora di pranzo, inoltre, circa 20 veicoli verdi di rifornimento militare sono stati visti viaggiare in direzione opposta a quella del convoglio. E nel villaggio di Davydo-Mykilske, che si trova meno di un chilometro a ovest dal confine, i giornalisti di AP hanno visto tre carri armati dei ribelli, decine di miliziani e diversi blindati per il trasporto truppe.
I COMBATTIMENTI NELL’EST DELL’UCRAINA. I combattimenti nell’est dell’Ucraina sono cominciati a metà aprile, un mese dopo l’annessione della penisola di Crimea da parte della Russia. Finora il bilancio, stando ai dati delle Nazioni unite, è di oltre 2mila morti e 340mila persone costrette a lasciare le proprie case. E si continua a combattere: a mezzogiorno il governo di Kiev ha annunciato che nelle ultime 24 ore nei combattimenti sono stati uccisi quattro soldati e altri 23 sono rimasti feriti. Nei giorni scorsi le richieste di cessate il fuoco per consentire il passaggio dei presunti aiuti sono rimaste inascoltate da entrambe le parti.
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