Ferguson (Missouri, Usa), 15 ago. (LaPresse/AP) – Il 18enne disarmato Michael Brown, ucciso sabato da un poliziotto a Ferguson in Missouri, insieme all’amico Dorian Johnson con il quale si trovava era sospettato per una rapina avvenuta quella mattina in un minimarket. È quanto ha riferito il capo della polizia di Ferguson, Thomas Jackson, nella stessa conferenza stampa in cui ha rilasciato il nome del poliziotto che ha sparato, Darren Wilson, che lavorava in polizia da sei anni. Jackson ha presentato diverse relazioni e documenti secondo i quali Michael Brown e Dorian Johnson erano sospettati di avere rubato la mattina del 9 agosto una scatola di sigari da 48,99 dollari. Il capo della polizia riferisce che l’agente Wilson, insieme ad altri, fu chiamato nella zona dopo la segnalazione al 911 di una rapina “dalle maniere forti” poco prima di mezzogiorno. Fu data una descrizione del sospetto rapinatore e Wilson fu mandato sul posto. Secondo i documenti presentati, Wilson si imbattè in Brown dopo le 12.01 di sabato e un secondo agente arrivò tre minuti dopo.
Alla conferenza stampa, che si è tenuta presso un distributore di benzina che è stato dato alle fiamme durante una delle proteste di questa settimana a Ferguson, erano presenti anche diverse decine di residenti, che hanno accolto l’annuncio di Jackson co scetticismo e rabbia. “Ha fermato la persona sbagliata, punto”, ha gridato Tatinisha Wheeler, un’infermiera che era presente. Poi una ventina di manifestanti hanno cominciato a marciare nella zona e per strada cantando lo slogan ‘Hands up, don’t shoot’, cioè ‘Mani in alto, non sparare’. Il riferimento è alla testimonianza data dall’amico che era con Brown, Dorian Johnson, secondo il quale il ragazzo sarebbe stato raggiunto dagli spari del poliziotto mentre era con le mani in alto.
Sull’episodio ci sono versioni discordanti. Secondo la versione data inizialmente dalla polizia, l’agente si è imbattuto per strada in Brown e un altro uomo; uno dei due avrebbe spinto il poliziotto nell’auto di pattuglia e poi lo avrebbe aggredito all’interno del veicolo litigando con lui per l’arma di servizio. Stando a questa versione, dentro l’auto sarebbe stato esploso almeno uno sparo; poi la lite si sarebbe trasferita in strada, dove Brown sarebbe stato raggiunto da diversi colpi di arma da fuoco. Nella conferenza stampa iniziale sulla sparatoria la polizia non aveva specificato se Brown fosse o meno la persona che che si è scontrata con l’agente nell’auto e si è rifiutata di chiarire questo punto. Molto diversa la versione fornita dai testimoni. Dorian Johnson ha raccontato che l’agente avrebbe ordinato a lui e Brown di spostarsi dalla strada; poi avrebbe aperto lo sportello così vicino a loro che lo sportello sarebbe rimbalzato indietro, il che pare abbia irritato il poliziotto. L’agente avrebbe allora afferrato il collo di Brown e poi provato a trascinarlo dentro l’auto, poi avrebbe brandito l’arma e infine sparato. Michael Brown, disarmato, avrebbe cominciato a correre e il poliziotto lo avrebbe inseguito, sparando diverse volte. Sia Johnson, sia un altro testimone riferiscono che Brown era sulla strada con le mani alzate quando il poliziotto ha sparato ripetutamente contro di lui.