Phoenix (Arizona, Usa), 24 lug. (LaPresse/AP) – E’ morto dopo 90 minuti di agonia Joseph Rudolph Wood, sottoposto a iniezione letale in Arizona dopo che la Corte suprema Usa ha respinto i ricorsi legati alle mancate informazioni sul cocktail di farmaci utilizzato per ucciderlo. Si tratta del terzo caso quest’anno negli Usa di esecuzione capitale con lunga sofferenza per il condannato. In Ohio un uomo aveva annaspato per mezz’ora prima di spirare, un altro ad aprile in Oklahoma era morto di attacco cardiaco minuti dopo che l’esecuzione era stata sospesa perché il cocktail era stato somministrato in modo scorretto. Quella di Wood è la terza esecuzione da ottobre in Arizona, la 36esima dal 1992.
L’esecuzione del 55enne in Arizona è durata così a lungo che il suo legale nel frattempo ha potuto presentare un ricorso d’emergenza. La Corte suprema dello Stato ha convocato una udienza sulla questione, apprendendo man mano gli aggiornamenti su quanto accadeva nella camera della morte. “Ha ansimato e rantolato per oltre un’ora, è ancora vivo”, aveva scritto l’avvocato nell’appello. La governatrice dell’Arizona, la repubblicana Jan Brewer, ha ordinato una revisione globale dei protocolli utilizzati per uccidere i detenuti condannati a morte, affermando di essere preoccupata a causa della durata dell’esecuzione di Wood.
Wood è stato dichiarato morto dopo un’ora e 57 minuti dall’iniezione, ha dichiarato il procuratore generale dell’Arizona. Un giornalista di Associated Press ha assistito all’esecuzione e ha visto il 55enne ansimare brevemente dopo che gli sono stati somministrati un sedativo e un antidolorifico. Poi ha rantolato almeno 600 volte nelle due ore successive, durante le quali la sua mascella si apriva e il suo petto si espandeva e contraeva. Un addetto lo ha controllato circa sei volte. “Il detenuto era in coma e non ha sentito dolore o paura”, ha dichiarato il dipartimento di Stato. L’avvocato della difesa Dale Baich ha invece criticato l’esecuzione, il cui tempo previsto era 10 minuti. “Il pubblico dovrebbe ritenere le autorità responsabili e chiedere che il processo sia reso trasparente”, ha detto.
Nell’esecuzione sono stati usati gli stessi farmaci dell’Ohio: il sedativo midazolam e l’analgesico idromorfone. In Oklahoma erano stati usati altri prodotti. Gli Stati hanno rifiutato la richiesta di rivelare dettagli come i fornitori dei farmaci letali e chi amministri la procedura, per il timore di proteste contro di loro. La Corte suprema ha respinto diversi ricorsi in appello, incluso uno secondo cui il Primo emendamento sarebbe stato violato dalla mancanza di informazioni.