Medioriente, lettera scienziati su Lancet: Stop aggressione a Gaza

Roma, 23 lug. (LaPresse) – “Il comportamento di Israele insulta la nostra umanità, intelligenza e dignità, così come la nostra etica e gli sforzi professionali. Denunciamo il mito propagato da Israele che l’aggressione avviene preoccupandosi di salvare le vite dei civili e il benessere dei bambini”. E’ un passaggio di una lettera aperta pubblicata dalla rivista scientifica britannica The Lancet, firmata da scienziati e accademici inglesi e italiani.

“Questa auto-definita ‘aggressione difensiva’ – prosegue il testo – di durata, portata e intensità illimitata, è qualcosa di ancora più spregevole delle guerre preventive di Bush, e deve essere fermata. Inoltre, qualora l’utilizzo di gas sia confermato, questo è inequivocabilmente un crimine di guerra per il quale, prima di ogni altra cosa, dovranno immediatamente essere decretate severe sanzioni contro Israele con la totale cessazione di qualsiasi accordo commerciale e di collaborazione con l’Europa”.

“Mentre scriviamo – si legge – vengono riferiti altri massacri e minacce al personale medico dei servizi di emergenza e il rifiuto di ingresso per convogli umanitari internazionali. Noi, come scienziati e medici, non possiamo tacere mentre questo crimine contro l’umanità continua. Invitiamo anche i lettori a non rimanere in silenzio”.

“Il massacro a Gaza – prosegue ancora – non risparmia nessuno, e comprende i disabili e i malati negli ospedali, bambini che giocano sulla spiaggia o sul tetto, con una larga maggioranza di non combattenti. Ospedali, cliniche, ambulanze, moschee, scuole e l’edificio della stampa sono stati tutti attaccati, con migliaia di case private bombardate, indirizzando chiaramente il fuoco per colpire intere famiglie uccidendole all’interno delle loro case, e/o privare famiglie delle loro case cacciandole fuori pochi minuti prima di distruggerle. Un’intera area è stata distrutta il 20 luglio, lasciando migliaia di sfollati senzatetto, accanto a centinaia di feriti e uccidendo almeno 70 persone. Questo va ben oltre lo scopo di trovare gallerie. Nessuno di questi è un obiettivo militare”.

“Prendiamo inoltre atto – si legge ancora – con disappunto che solo il 5% dei nostri colleghi accademici israeliani ha firmato un appello al loro governo per fermare l’operazione militare contro Gaza. Siamo tentati di concludere che, con l’eccezione di questo 5%, il resto degli accademici israeliani è complice nel massacro e nella distruzione di Gaza. Ravvisiamo anche la complicità dei nostri Paesi in Europa e in Nord America in questo massacro e ancora una volta l’impotenza delle istituzioni e delle organizzazioni internazionali nel fermarlo”.