Johannesburg (Sudafrica), 30 giu. (LaPresse/AP) – Oscar Pistorius era capace di intendere e di volere quando uccise la fidanzata Reeva Steenkamp. E’ la conclusione raggiunta da una commissione composta da uno psicologo e tre psichiatri, la cui perizia era stata richiesta dalla procura e concordata col giudice e con la difesa.
Le udienze si erano interrotte per un mese, proprio per dare modo all’equipe di esperti di un ospedale di Pretoria di valutare lo stato mentale dell’atleta. A loro era stato chiesto di stabilire se Pistorius fosse in grado di comprendere il valore delle sue azioni quando sparò alla modella nel giorno di San Valentino dello scorso anno. Secondo le conclusioni degli esperti, Pistorius non soffriva di disturbi mentali al momento dell’omicidio ed era “capace di valutare la illegittimità dei suoi comportamenti”.
Pistorius oggi era presente in aula e indossava un abito scuro. A sostenere che Pistorius soffrisse di un disturbo d’ansia era stato lo psichiatra Merryll Vorster, secondo cui lo sportivo si sentirebbe vulnerabile a causa della sua disabilità e della sua paura di essere vittima di crimini. Pistorius ha raccontato di aver sparato dopo aver pensato che nel bagno ci fosse un intruso, entrato di nascosto nella sua abitazione. Il procuratore Gerrie Nel invece sostiene che il 27enne fosse consapevole di sparare alla fidanzata 27enne, descrivendolo come un appassionato di armi da fuoco e un uomo intemperante. Pistorius, che rischia 25 anni di carcere, attualmente è libero su cauzione.