Washington (Usa), 11 giu. (LaPresse/AP) – Lo scambio con i talebani per il rilascio del soldato americano Bowe Bergdahl dalla prigionia in Afghanistan era parso “l’ultima e migliore” possibilità di liberarlo. Lo ha detto il segretario alla Difesa Usa, Chuck Hagel, primo ufficiale dell’amministrazione Usa a testimoniare pubblicamente sul rilascio del sergente, unico militare che era tenuto prigioniero nel Paese. Hagel ha parlato davanti alla commissione Servizi armati del Senato. Ha dichiarato che i mediatori avevano segnalato che non ci sarebbe stato più molto tempo per ottenere che Berghdal fosse rilasciato illeso.
Le autorità del Qatar, ha spiegato, avevano avvisato nei giorni prima dello scambio, effettuato con cinque detenuti a Guantanamo, che “il tempo non era dalla nostra parte” e che c’era il rischio che notizie trapelassero e facessero saltare gli accordi in gioco. Il trasferimento dei cinque detenuti di Guantanamo in Qatar, ha aggiunto, è stato legale e nell’interesse di tutta la nazione. L’amministrazione Obama è stata criticata sia da repubblicani sia da democratici, per non aver informato in anticipo il Congresso dell’accordo raggiunto per ottenere la liberazione di Berghdadl, per cinque anni nelle mani dei talebani. Alcuni hanno anche accusato il presidente Barack Obama di aver violato la legge, che richiede il rilascio dei detenuti di Guantanamo sia segnalato 30 giorni prima.
Altri punti in discussione sono la possibile diserzione di Berghdal e se gli Usa abbiano concesso troppo per ottenere il suo rilascio. “Avremmo fatto un lavoro migliore nel tenervi informati”, ha detto Hagel, ma l’operazione era “una situazione straordinaria” che combinava preoccupazioni legate alla tempistica, la salute del militare, gli accordi dell’ultimo minuti e i timori che i talebani negoziassero in cattiva fede. “Temevamo sempre più che ogni ritardo, o ogni notizia trapelata, facesse deragliare l’accordo e mettesse ancor più in pericolo il sergente”, ha spiegato Hagel.
Hagel ha precisato che Washington si è impegnato solo in “negoziati indiretti” e che un accordo logistico era stato rilasciato il 27 maggio, quattro giorni prima dello scambio. Solo allora, ha continuato, Obama ha preso la decisione finale di procedere. Le autorità Usa hanno poi saputo quale sarebbe stata la zona del rilascio un giorno in anticipo e ricevuto la posizione esatta un’ora prima dell’appuntamento con i talebani, ha puntualizzato.