New York (New York, Usa), 15 mag. (LaPresse/AP) – Sono attese oggi negli Stati Uniti e in altri 30 Paesi manifestazioni dei dipendenti delle catene di fast food, tra cui McDonald’s, Burger King e Taco Bell, che chiedono aumenti degli stipendi. Le proteste fanno parte di una campagna lanciata dai sindacati e mirata a promuovere un salario di 15 dollari all’ora, che secondo le aziende impedirebbe la creazione di nuovi posti di lavoro.
Le manifestazioni, che godono del sostegno del sindacato Service Employees International Union (Seiu), sono cominciate a New York alla fine del 2012. Da allora gli organizzatori hanno intensificato gradualmente le varie iniziative per promuovere i propri obiettivi. La campagna ha attirato l’attenzione dei media negli Usa in un momento in cui il divario tra ricchi e poveri si è allargato e c’è più attenzione per gli stipendi concessi ai dirigenti. In questo periodo, inoltre, il presidente Usa Barack Obama sta cercando di far aumentare lo stipendio minimo dagli attuali 7,25 dollari all’ora a 10,10 dollari all’ora.
La settimana scorsa lavoratori e rappresentanti sindacali provenienti da diversi Paesi, tra cui Argentina, Cina, El Salvador, Francia, Irlanda e Regno Unito, si erano incontrati nella sede di Seiu a New York per decidere la strategia per questa giornata d’azione globale. Intanto la National Restaurant Association, che riunisce i restauratori statunitensi, ha criticato le proteste, affermando che “non sia altro che il tentativo dei grandi sindacati di promuovere la loro agenda”.