Ucraina, urne aperte per referendum su indipendenza Donetsk e Luhansk

Donetsk (Ucraina), 11 mag. (LaPresse/AP) – Urne aperte in due regioni dell’Ucraina dell’est, zona filorussa, per votare il referendum sull’indipendenza. La consultazione, organizzata dai filorussi, ha lo scopo di dichiarare la sovranità delle regioni di Donetsk e Luhansk, dove i ribelli hanno posto sotto sequestro edifici governativi e si sono scontrati con polizia e truppe militari ucraine nel corso dell’ultimo mese. “Questo è un passo verso l’abisso per le regioni”, ha commentato il presidente ad interim dell’Ucraina Oleksandr Turchynov sul sito internet della presidenza. I seggi hanno aperto alle 8 ora locale e chiuderanno alle 22 di questa sera. Gli organizzatori dicono di aspettarsi un’alta affluenza.

Sporadici scontri si sono verificati durante la notte a Slovyansk, nella regione di Donetsk. Alla periferia della città ci sono stati scontri a fuoco tra separatisti e truppe del governo di Kiev. Il ministero della Difesa ucraino ha riferito che un soldato è rimasto ferito da un colpo di mortaio, vicino alla torre della televisione di Slovyansk. Intanto, Kiev ha annunciato che l’esercito ucraino si è ritirato da Mariupol, per evitare nuove violenze. Lo ha annunciato in una nota, secondo quanto riporta Interfax, in cui si legge: “Le tensioni proseguono nella città di Mariupol. Il comando e i soldati della Guardia nazionale ucraina stanno facendo tutto il possibile per stabilizzare la città”.

Polemiche arrivano anche dalla Moldavia. Le autorità moldave fanno riferito di aver bloccato il vice premier russo Dmitry Rogozin, che stava per lasciare il Paese con una petizione per chiedere a Mosca di riconoscere la regione separatista di Transnistria. Secondo il ministero degli Esteri moldavo, le autorità ieri hanno confiscato scatole di firme all’aeroporto di Chisinau e ne analizzeranno il contentuto. Rogozin, però, ha scritto su Facebook che “solo una piccola parte” delle firme è stata confiscata e di aver consegnato la maggior parte a destinazione. Ha inoltre definito una “provocazione” l’azione della Moldavia e affermato che avrà “gravi conseguenze” sui rapporti bilaterali. Rogozin ha fatto visita alla provincia separatista di Transnistria, dove stazionano 1.500 soldati russi, per celebrare il Giorno della vittoria venerdì. Ha offerto sostegno ai separatisti e criticato il governo centrale per aver cercato maggior vicinanza con l’Unione europea. La regione si è staccata dalla Moldavia nel 1990 e non è riconosciuta internazionalmente, ma è sostenuta dalla Russia.