Berlino (Germania), 7 mag. (LaPresse/AP) – Il Kunstmuseum di Berna è stato nominato “unico erede senza restrizioni” della collezione d’arte di Cornelius Gurlitt, che è morto ieri all’età di 81 anni. Lo conferma lo stesso museo svizzero, dicendosi “sorpreso e lieto” della notizia, della quale è stato informato dall’avvocato di Gurlitt, Christoph Edel. Il lascito testamentario andrà confermato da un tribunale e il museo afferma che porta “un considerevole carico di responsabilità e solleva un gran numero di domande tra le più difficili e sensibili, in particolare di natura legale ed etica”. Il Kunstmuseum di Berna precisa inoltre di non avere mai avuto in passato alcun rapporto con Gurlitt.
La storia di Gurlitt è emersa a novembre scorso. Allora, a seguito delle rivelazioni del magazine tedesco Focus, le autorità rivelarono che nel 2012 in un appartamento di Gurlitt a Monaco avevano sequestrato 1.280 opere di svariati artisti, fra cui Pablo Picasso, Henri Matisse e Marc Chagall. La scoperta era avvenuta precisamente il 28 febbraio del 2012 in una perquisizione scattata nell’ambito di un’indagine per evasione fiscale, che aveva preso il via a seguito di un controllo di routine su un treno Zurigo-Monaco a settembre del 2010. Secondo Focus a essere controllato era stato proprio Cornelius Gurlitt, trovato con diversi soldi in contanti. La collezione è stata soprannominata ‘tesoro di Hitler’ dal momento che Cornelius Gurlitt l’aveva ereditata dal padre, Hildebrand Gurlitt, commerciante d’arte morto nel 1956 che commerciava opere confiscate agli ebrei dai nazisti. Le autorità tedesche, affrontando molte critiche da parte di gruppi ebrei ed esperti d’arte per avere mantenuto segreto il ritrovamento così a lungo, si affrettarono a pubblicare online i dettagli dei dipinti e avviarono una task force per accelerarne l’identificazione, accertando che almeno 458 dei capolavori erano stati rubati dai nazisti.