Siria, giornalisti liberati arrivano in Francia: li accoglie Hollande

Parigi (Francia), 20 apr. (LaPresse/AP) – Sono tornati in patria i quattro giornalisti francesi liberati ieri in Siria, dove erano stati sequestrati lo scorso giugno. Edouard Elias, Didier Francois, Nicolas Henin e Pierre Torres sono arrivati all’aeroporto militare Villacoublay fuori Parigi, dove li attendevano le famiglie e il presidente François Hollande. Sono stati rilasciati ieri al confine con la Turchia, dopo dieci mesi di prigionia, rapiti in due episodi separati. Il presidente Hollande, alla cerimonia informale di accoglienza, ha salutato il ritorno come “un momento di gioia e orgoglio” per la Francia. “Questo è un giorno di grande gioia per le loro famiglie, e di grande gioia per la Francia”, ha detto Hollande nei suoi pochi commenti, dopo che i quattro reporter sono usciti dall’elicottero militare.

I sequestratori non sono stati formalmente identificati, ma il rapimento è largamente attribuito allo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, tra i gruppi islamisti più radicali in Siria. La Siria è considerata la meta più pericolosa al mondo per i giornalisti, a causa della guerra civile in corso. Secondo i dati di aprile della Commissione per la protezione dei giornalisti, sono 61 quelli rapiti nel Paese nel 2013, mentre oltre 60 sono stati uccisi dall’inizio del conflitto.

“Voglio ricordare alla gente che la Francia sta lavorando per aiutare la Siria a recuperare la propria libertà e la propria democrazia. Abbiamo attuato le politiche giuste, vogliamo vedere distrutte le armi chimiche”, ha dichiarato Hollande, accogliendo i giornalisti. “Stiamo facendo tutto il possibile, in modo che un negoziato possa tenersi e permettere la transizione politica. È difficile, molto difficile. E per questo abbiamo bisogno che i giornalisti possano fare il loro lavoro, fornire notizie sulla situazione”, ha detto ancora.

“Le nostre famiglie hanno sofferto più di noi. Noi abbiamo fatto le nostre scelte e ci siamo presi le nostre responsabilità. Penso che quando siamo stati sequestrati, eravamo in Siria per fare il nostro lavoro. E’ stato quando al centro dell’attenzione c’era il tema delle armi chimiche. Le nostre famiglie non hanno scelto come abbiamo potuto fare noi, è stata dura per loro”. Così ha raccontato uno dei giornalisti, Didier Francois, all’arrivo a Parigi. “E’ un tale piacere e un tale sollievo – ha detto ancora – essere libero di vedere il cielo. Respirare all’aria libera, camminare, parlare con loi. E’ stata lunga ma non abbiamo mai dubitato di farcela”.