Kiev (Ucraina), 13 apr. (LaPresse/AP) – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una riunione di emergenza su richiesta di Mosca per discutere della crisi in Ucraina. La riunione arriva dopo che il presidente ucraino Oleksandr Turchynov ha affermato che il Paese lancerà “un’operazione anti-terrorismo su larga scala” per resistere all’ggressione della Russia. Il ministero degli Esteri di Mosca ha replicato che l’ordine di usare l’esercito è “vergognoso”. Intanto oggi il governo di Kiev ha inviato le forze speciali a Slovyansk, dove ieri uomini armati filorussi hanno preso il controllo di una stazione di polizia e dell’ufficio dei Servizi di sicurezza. E stando al ministro dell’Interno, Arsen Avakov, all’avvicinarsi dei soldati i “separatisti” pro Russia hanno aperto il fuoco.
RIUNIONE CONSIGLIO DI SICUREZZA.Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha convocato una riunione di emergenza su richiesta di Mosca per discutere della crisi in Ucraina. La missione russa all’Onu ha inviato un sms ai giornalisti affermando che alle 20 (ora locale) comincerà un incontro a porte chiuse del Consiglio. La missione russa ha aggiunto di aver richiesto l’incontro. Il presidente del Consiglio di Sicurezza ha confermato in una mail che i membri sono stati invitati a partecipare a “consultazioni informali” sull’Ucraina.
TURCHYNOV: OPERAZIONE ANTITERRORISMO CONTRO AGGRESSIONE RUSSA. Il presidente dell’Ucraina Oleksandr Turchynov ha affermato che il Paese lancerà “un’operazione anti-terrorismo su larga scala” per resistere all’ggressione della Russia. Turchynov lo ha detto durante un discorso trasmesso in diretta televisiva dal Parlamento. Il presidente ucraino ha aggiunto che le autorità di Kiev non permetteranno “la ripetizione di uno scenario crimeano”. Le autorità di Kiev useranno l’esercito per impedire alle forze russe di entrare, come hanno fatto in Crimea, ha detto Turchynov. “Il consiglio di Sicurezza ha preso la decisione di cominciare un’operazione anti-terrorismo su larga scala con la partecipazione delle forze armate”, ha detto. “Non permetteremo alla Russia di ripetere lo scenario crimeano nell’est del Paese”. Il presidente ha anche promesso l’amnistia per chiunque lascerà le armi entro domattina.
RUSSIA:ORDINE VERGOGNOSO. L’ordine del presidente ucraino Oleksandr Turchynov di usare l’esercito per sopprimere le proteste è vergognoso. Lo sostiene il ministero degli Esteri russo, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Interfax.
Il ministro degli Esteri russo ha definito il decreto di Turchynov “criminale” e ha accusato i funzionari ucraini di usare forze neonaziste radicali.
KERRY: ATTACCHI IN EST UCRAINA ORCHESTRATI DALLA RUSSIA. Parlando con Lavrov, Kerry ha espresso la sua forte preoccupazione che gli attacchi di ieri da parte di militanti armati nell’est dell’Ucraina siano stati orchestrati e sincronizzati, sottolineando che sono simili a precedenti attacchi nella stessa zona e anche in Crimea. Il ministero degli Esteri russo, tuttavia, replica sottolineando che lo stesso Kerry “non è stato in grado di citare alcun fatto concreto” a sostegno delle sue preoccupazioni e che Lavrov lo ha avvertito che, se in Ucraina il governo userà la forza contro i manifestanti, potrebbero saltare i colloqui internazionali sulla crisi in programma per la prossima settimana.
COSA È SUCCESSO A SLOVYANSK E DONETSK. Nell’est dell’Ucraina le città interessate dalla rivolta dei filorussi sono soprattutto Slovyansk e Donetsk, entrambe a maggioranza russofona, ma anche Kramatorsk e Krasnyi Lyman. In tutti questi centri la situazione è precipitata ieri. A Slovyansk è successo che: prima un gruppo armato di filorussi ha fatto irruzione ieri in una stazione di polizia, prendendone il controllo, e nell’attacco sono rimasti feriti tre agenti; successivamente manifestanti che sostenevano lo stesso gruppo hanno occupato il palazzo dei Servizi di sicurezza. È per riprendere il controllo di queste due sedi che il governo di Kiev ha inviato oggi le forze speciali.
Situazione più complessa a Donetsk. Qui, dove un edificio governativo era già occupato da domenica scorsa da manifestanti filorussi, ieri un gruppo di uomini in uniforme da Berkut è entrato nella sede della polizia. Non è chiaro se abbiano avanzato richieste, ma il capo della polizia di Donetsk ha detto alla tv nazionale di essere stato costretto a dimettersi; successivamente però l’agenzia di stampa Interfax Ukraine ha riportato che i dimostranti pro Russia hanno chiesto al capo della polizia di riassumere l’incarico. Berkut è la temuta polizia antisommossa che è stata sciolta a febbraio dopo la cacciata del presidente Viktor Yanukovych; erano state proprio le squadre di Berkut a disperdere in modo violento una manifestazione antigovernativa di novembre a Kiev, avviando le proteste di massa che erano poi culminate con il bagno di sangue di febbraio, con oltre 100 persone uccise dagli spari dei cecchini.
Tensioni anche a Krasnyi Lyman e Kramatorsk, che si trovano entrambe vicino a Slovyansk. Nella prima città ieri sera la stazione di polizia è stata attaccata e occupata da uomini armati con fucili automatici di fabbricazione russa. A Kramatorsk, invece, alcuni dimostranti hanno issato sul palazzo dell’amministrazione locale la bandiera della Repubblica indipendente di Donetsk, proclamata lo scorso 7 aprile dai manifestanti filorussi che avevano attaccato i palazzi governativi; inoltre sempre a Kramatorsk, stando al ministero dell’Interno, uomini sconosciuti hanno aperto il fuoco su una stazione di polizia.
L’INIZIO DELLE TENSIONI NELL’EST. Le tensioni nell’est dell’Ucraina sono esplose concretamente lo scorso fine settimana. Fra sabato e domenica 6 e 7 aprile diversi manifestanti filorussi hanno attaccato e occupato sedi governative a Charkiv, Donetsk e Luhansk. Lunedì sia a Donetsk che a Charkiv i dimostranti hanno proclamato rispettivamente la ‘Repubblica del popolo di Donetsk’, chiedendo un referendum per l’annessione alla Russia entro l’11 maggio, e la ‘Repubblica sovrana del popolo di Charkiv’. A Charkiv martedì la polizia ha sgomberato il palazzo dell’amministrazione regionale martedì, riprendendone il controllo. Diversamente a Donetsk e a Luhansk sedi governative e dei Servizi di sicurezza sono rimaste in mano agli occupanti.
COSA CHIEDONO GLI OCCUPANTI. A Donetsk gli occupanti della sede governativa avevano inizialmente chiesto un referendum per la secessione della regione dall’Ucraina come quello che si è tenuto in Crimea. Successivamente, però, hanno ridimensionato la richiesta chiedendo un voto sull’autonomia pur rimanendo all’interno dell’Ucraina e riservandosi la possibilità di tenere in un secondo momento una consultazione sull’adesione alla Russia. Sempre a Donetsk non è chiaro cosa chieda il gruppo armato in uniforme da Berkut che ha preso il controllo della sede della polizia. A Charkiv era stato chiesto appunto un referendum per l’annessione alla Russia entro l’11 maggio, ma la polizia ha poi ripreso il controllo dell’amministrazione regionale e non è dunque chiaro cosa succederà. A Slovyansk, invece, i filorussi che hanno occupato la sede della polizia vogliono un referendum per l’annessione a Mosca, e denunciano che il nuovo governo di Kiev è composto da fascisti.
LA CACCIATA DI YANUKOVYCH E LA SECESSIONE DELLA CRIMEA. L’est dell’Ucraina, cuore dell’industria del Paese, era la zona di maggiore sostegno al presidente rimosso Viktor Yanukovych, vicino al Cremlino, fuggito da Kiev in Russia a febbraio dopo mesi di proteste. I russofoni dell’est temono che il nuovo governo di Kiev, pro Occidente, calpesterà i loro diritti, ma il ministro dell’Interno Avakov ha descritto la rivolta come “un’aggressione russa”. Il 16 marzo scorso in Crimea si è tenuto un referendum nel quale i residenti, per la maggior parte russofoni, hanno votato a favore della secessione dall’Ucraina e dell’annessione alla Russia. Il governo di Kiev accusa Mosca di fomentare la rivolta nell’est dell’Ucraina nel tentativo di far saltare le presidenziali in programma per il 25 maggio.