Pistorius, procuratore: Reeva parlava con atleta quando lui sparò

Pretoria (Sudafrica), 11 apr. (LaPresse/AP) – Reeva Steenkamp stava parlando con Oscar Pistorius quando quest’ultimo sparò attraverso la porta del bagno, uccidendola. Lo ha affermato il procuratore Gerrie Nel, che per il terzo giorno consecutivo sta interrogando l’atleta paralimpico nel tribunale di Pretoria. La 29enne, ha detto Nel rivolgendosi a Pistorius, “era in piedi dietro la porta del bagno e parlava con lei quando lui le sparò”. “Non è vero”, ha risposto il 27enne, che sostiene di aver ucciso la fidanzata per errore, dopo averla scambiata per un intruso. Secondo il procuratore, però, “l’unica spiegazione ragionevole” della sparatoria avvenuta nella notte tra il 13 e il 14 febbraio del 2013 è che l’atleta uccise la fidanzata dopo una lite. Secondo il procuratore, il fatto che i due stessero parlando è l’unica spiegazione del motivo per cui Steenkamp era in piedi dietro la porta quando Pistorius sparò.

Nel ha ricordato all’atleta la sua versione degli eventi nella notte dell’omicidio: il 27enne sostiene di aver sentito un rumore e di essersi diretto in bagno senza le protesi, gridando al tempo stesso alla fidanzata di chiamare la polizia. A quel punto, sostiene l’atleta, si sentì un rumore della porta che si chiudeva e poi un altro rumore dentro il bagno. Pistorius temeva che il presunto intruso volesse aprire la porta e aggredirlo e così aprì il fuoco. Se fosse andata così, ha dichiarato il procuratore, Steenkamp si sarebbe allontanata dalla porta e avrebbe risposto a Pistorius. “Non credo – ha affermato l’atleta – che qualcuno possa dire dove lei si sarebbe messa”. Nel ha però continuato a mettere in dubbio la versione dell’imputato, chiedendogli perché non cercò di stabilire dove si trovasse la fidanzata e perché decise di avvicinarsi al presunto intruso se si sentiva vulnerabile senza le protesi. “Se lei avesse parlato con Reeva – ha notato Nel – avreste potuto reagire insieme in molti altri modi” alla minaccia.

Pistorius ha spiegato di aver pensato che il presunto intruso potesse colpire da un momento all’altro. “Non c’era tempo”, ha aggiunto. Nel ha sottolineato inoltre una parte della testimonianza dell’atleta che ha definito contradditoria: il 27enne ha detto infatti che Steenkamp non gridò quando lui aprì il fuoco, ma al tempo stesso ha spiegato che sentiva male perché nelle sue orecchie “rieccheggiava” il suono del primo colpo da lui esploso. “Sapeva che Reeva era dietro la porta e sparò sapendo che era lì”, ha ribadito il procuratore. “Questo non è vero, signora”, ha risposto l’atleta rivolgendosi direttamente al giudice Thokozile Masipa.