Cincinnati (Ohio, Usa), 8 apr. (LaPresse/AP) – Dopo le proteste di Greenpeace, la multinazionale Procter & Gamble (P&G) annuncia che entro il 2020 i suoi prodotti non contribuiranno alla deforestazione legata alla coltivazione di olio di palma. Lavorerà con i propri fornitori, spiega, ed entro il 2015 renderà tracciabile tutto ciò che conterrà olio di palma. La sede della compagnia a Cincinnati, in Ohio, è stata bersaglio di settimane di pressioni e proteste di Greenpeace. L’organizzazione ambientalista aveva infatti denunciato il fatto che alcuni fornitori della multinazionale erano legati alla deforestazione anche in aree in cui vivono le tigri di Sumatra, gli oranghi e altre specie a rischio estinzione. “La principale causa della deforestazione in Indonesia tra il 2009 e il 2011 continua a essere la produzione di olio di palma”, si leggeva in passato in un comunicato del gruppo, in cui veniva spiegato che allo scopo vengono spesso appiccati incendi dolosi.
A marzo gli attivisti avevano esposto grossi striscioni davanti agli uffici in Ohio, chiedendo che la compagnia agisse per ridurre l’impatto delle coltivazioni. La polizia aveva effettuato diversi arresti con accuse di furto e vandalismo, ma nonostante ciò Greenpeace aveva ampliato la propria protesta ad altri cinque Paesi. L’annuncio di P&G, ha commentato Greenpeace, rappresenta un grosso passo avanti nella tutela della foresta pluviale dell’Indonesia e delle comunità che dipendono da esse. Greenpeace avverte però che rimane da fare ancora molto lavoro.