Yanukovych ad AP: Parlerò con Putin perché Crimea torni a Kiev

Rostov sul Don (Russia), 2 apr. (LaPresse/AP) – Il presidente deposto dell’Ucraina, Viktor Yanukovych, spera di convincere il presidente russo Vladimir Putin a discutere per far sì che la Crimea torni sotto il controllo di Kiev. Lo ha detto lui stesso nel corso di un’intervista con Associated Press e la televisione russa Ntv. Si tratta della prima intervista rilasciata da Yanukovych da quando è fuggito dall’Ucraina a seguito delle massicce proteste antigovernative, che erano iniziate per il suo rifiuto di firmare un accordo con l’Unione europea a favore di uno con la Russia. Nel lungo colloquio, in cui si è parlato anche delle accuse di corruzione e di omicidio dei dimostranti, Yanukovych ha definito l’annessione della Crimea da parte di Mosca una “tragedia”.

“Dobbiamo stabilire questo obiettivo e cercare i modi per restituire la Crimea a qualsiasi condizione, in modo che la penisola possa avere il massimo grado di indipendenza possibile, ma essendo parte dell’Ucraina”, ha dichiarato, sottolineando che se lui fosse rimasto a capo del Paese la Russia non avrebbe annesso la penisola. Ha aggiunto anche di avere sbagliato a invitare i soldati russi in Crimea.

Dopo che le fotografie della sua lussuosa villa, con tanto di zoo e collezione d’auto d’epoca, hanno destato l’indignazione degli ucraini, Yanukovych nella lunga intervista ha negato ogni accusa di corruzione. Ha al contrario parlato con orgoglio della sua collezione di vetture, dicendo però di non aver mai visto o usato la pagnotta d’oro (apparentemente usata come fermacarte) trovata nella sua sfarzosa abitazione, che ha attirato attenzione e sarcasmo. Ha inoltre insistito di non aver garantito alcun vantaggio o privilegio al figlio dentista diventato milionario, che avrebbe fatto adirare gli altri grandi ricchi ucraini prendendo il controllo degli asset più redditizi del Paese.

A proposito delle accuse di aver ordinato di sparare sulle proteste contro il suo governo a Kiev, quando era ancora nel Paese, ha affermato di non averlo mai fatto. Oltre 80 persone sono state uccise da cecchini durante le proteste nella capitale e il nuovo governo, dopo la sua fuga, lo ha incriminato per quelle morti. Lui, però, non solo nega di aver dato ordine di aprire il fuoco sui manifestanti, ma racconta al contrario di essere stato criticato dai suoi collaboratori per un atteggiamento troppo morbido nei loro confronti.