Pechino (Cina), 25 mar. (LaPresse/AP) – Un centinaio di familiari dei passeggeri cinesi del volo Malaysia Airlines MH370 ha marciato stamattina davanti alla sede dell’ambasciata della Malesia a Pechino, lanciando bottiglie di plastica e tentando di fare irruzione oltre il cancello d’ingresso. I manifestanti indossavano magliette bianche con la scritta ‘Preghiamo per MH370’ e gridavano più volte ‘Bugiardi!’. ‘Diteci la verità, restituiteci i nostri cari!’, urlavano i dimostranti, che hanno continuato la loro protesta per circa tre ore. Intorno all’ambasciata sono state dispiegate decine di poliziotti e ci sono stati dei tafferugli quando alcuni manifestanti hanno cercato di superare gli agenti per avvicinarsi ai giornalisti. La polizia non è però intervenuta per disperdere la folla.
Prima di lasciare la zona, i familiari hanno consegnato una lettera di protesta all’ambasciata. Molti di loro affermano che non sia stata detta loro tutta la verità sulla sorte del Boeing 777 di Malaysia Airlines scomparso l’8 marzo scorso dopo il decollo da Kuala Lumpur. Altri affermano invece che le autorità malesi abbiano nascosto di proposito alcune informazioni, pur sapendo già prima che il velivolo era caduto nell’oceano.
Ieri sera un gruppo di familiari aveva letto un comunicato in cui accusava Malaysia Airlines, il governo e l’esercito malesi di avere nascosto informazioni sull’accaduto. “Queste azioni spregevoli non hanno solo ingannato, ma anche devastato, sia mentalmente che fisicamente, i membri delle famiglie. Hanno anche fuorviato e ritardato le operazioni di soccorso, sprecando grandi quantità di forze umane e di risorse”, recitava la nota.