Kuala Lumpur (Malesia), 16 mar. (LaPresse/AP) – Aumentano i sospetti che uno dei piloti del volo MG370 sia coinvolto nella sua scomparsa, avvenuta l’8 marzo mentre volava da Kuala Lumpur verso Pechino. Le ultime parole trasmesse dalla cabina di pilotaggio dell’aereo affermavano infatti che tutto procedeva bene, nonostante uno dei sistemi di comunicazione (l’Acars) fosse già stato disabilitato, riferiscono fonti ufficiali. Ieri il governo malese ha confermato che il Boeing 777 di Malaysia Airlines è stato deviato volontariamente dalla sua rotta e potrebbe aver volato sino all’Asia centrale o a sud nell’Oceano indiano.
Qualcuno a bordo, riportano le autorità, ha disabilitato uno dei sistemi di comunicazione, l’Aircraft and Communications Addressing and Reporting System (Acars), alle 13.07, circa 30 minuti dopo il decollo. Poco dopo, intorno alle 14, ha spento anche il transponder, che identifica l’aereo con i sistemi radar commerciali. Il fatto che i due dispositivi siano stati oscurati separatamente è ritenuto una forte prova del fatto che la scomparsa del Boeing 777 con 239 persone a bordo sia stata intenzionale. L’Acars, quando disattivato, invia comunque un impulso ogni ora, registrato da un satellite. L’ultimo dell’aereo scompraso risale a sette ore e 31 minuti dopo il decollo e posiziona il jet su una traiettoria ad arco tra Kakakistan e sud dell’Oceano indiano.
Il ministro della Difesa malese Hishammuddin Hussein ha spiegato, in conferenza stampa, che le rassicuranti ultime parole “Tutto bene, buona notte” sono state rivolte ai controllori di volo dopo che l’Acars era stato spento. Chiunque le abbia pronunciate non ha menzionato alcun problema a bordo. Il generale dell’aviazione militare Affendi Buang ha spiegato di non sapere se siano state dette dal pilota o dal copilota. Intanto, vista l’estensione di terra e mare in cui l’aereo potrebbe trovarsi, potrebbero essere necessari mesi o forse più per individuarlo. È anche possibile che non sarà mai localizzato. Stabilire con un buon grado di certezza che cosa sia accaduto necessita inoltre di informazioni chiave, tra cui dati che devono essere reperiti nelle scatole nere del velivolo.
Proseguono intanto le indagini sui passeggeri a bordo del volo, da parte dei rispettivi Paesi, fa sapere il capo della polizia malese, Khalid Abu Bakar. Le ricerche riguardano eventuali legami con gruppi terroristici, competenze nell’aviazione o prove di precedenti contatti con i piloti, perché viene valutata anche l’ipotesi di responsabilità dei passeggeri nella scomparsa dell’aereo. Alcuni Paesi hanno concluso le indagini e non hanno rilevato nulla, ha precisato Abu Bakar, mentre altri stanno lavorando in proposito.