Nuova Delhi (India), 24 feb. (LaPresse) – Il governo dell’India non chiederà di processare i due marò in base alla legge antipirateria e antiterrorismo SUA Act. A informare la Corte suprema indiana di questa decisione, nel corso dell’udienza di oggi, è stato il procuratore generale G. E. Vahanvati, spiegando che il governo ha accettato l’opinione del ministero della Giustizia secondo il quale le accuse di terrorismo vanno fatte cadere del tutto. Lo riferisce la stampa indiana. Nel corso dell’udienza di oggi, inoltre, la Corte ha fatto sapere che esaminerà ora se il caso resti di competenza dell’agenzia antiterrorismo Nia o l’indagine debba passare a qualche altra agenzia.
L’esclusione del SUA Act mette defnitivamente da parte l’ipotesi della pena di morte per i due fucilieri. Nella penultima udienza, quella del 10 febbraio, il governo indiano aveva proposto l’applicazione del SUA Act, assicurando però che non sarebbe stata prevista la pena di morte. Questa proposta era stata comunque respinta a gran voce dall’Italia, che chiedeva che non venisse proprio applicata la legge antiterrorismo. E quando lo scorso 18 febbraio la Corte suprema aveva stabilito un nuovo rinvio a oggi, l’Italia aveva richiamato il suo ambasciatore per consultazioni.
I due fucilieri italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, sono accusati dell’uccisione di due pescatori indiani, avvenuta al largo del Kerala a febbraio del 2012 mentre loro si trovavano a bordo della nave Enrica Lexie, ma a due anni di distanza dai fatti non c’è ancora stata alcuna incriminazione.