Londra (Regno Unito), 13 feb. (LaPresse/AP) – “La sterlina non è un bene da dividere tra due Paesi dopo la separazione, come se fosse una collezione di cd. Se la Scozia lascerà il Regno Unito, lascerà la sterlina”. Così il segretario al Tesoro britannico, George Osborne, il quale ha escluso in un discorso pronunciato a Edimburgo l’ipotesi di un’unione monetaria se la Scozia voterà a settembre per lasciare il Regno Unito. “Il valore della sterlina – ha insisto Osborne – non sta nella carta e nell’inchiostro usato per stamparla”, ma “nell’intero sistema monetario che la sorregge”. La moneta, ha ribadito, non sarà un bene diviso dopo “un divorzio caotico”. Il segretario ha sottolineato che i principali partiti britannici sono d’accordo su questo punto. Uno degli argomenti principali avanzati dai sostenitori della secessione della Scozia è che il futuro Paese continuerà a usare la sterlina.
Perché, ha domandato Osborne, l’Inghilterra, il Galles e l’Irlanda del Nord dovrebbero assumersi il rischio di un’unione monetaria se la Scozia voterà di separarsi dal Regno Unito. Il vice primo ministro della Scozia, Nicola Sturgeon, ha detto alla Bbc che i commenti di Osborne ammontano a “retorica da campagna elettorale”. La settimana scorsa, in un discorso pronunciato nel parco olimpico di Londra, il premier britannico David Cameron aveva fatto un appello alla Scozia affinché rimanga nell’unione di cui fa parte da oltre 300 anni.