Londra (Regno Unito), 4 feb. (LaPresse/AP) – Il governo del Regno Unito ha ammesso di aver offerto consigli alle autorità indiane prima del raid dell’esercito di Nuova Delhi contro il Tempio d’oro ad Amritsar nel 1984, in cui persero la vita diverse centinaia di persone. Il segretario agli Esteri britannico, William Hague, ha detto al Parlamento che i consigli offerti dall’esercito di Londra ebbero “un impatto limitato” sull’operazione contro il tempio, occupato all’epoca da militanti sikh. Il governo del Regno Unito ha ordinato recentemente un’indagine sul possibile coinvolgimento nel raid, dopo che da alcuni documenti era emerso che un ufficiale delle forze speciali britanniche avesse offerto consulenze alle autorità dell’India. L’indagine, ha detto Hague, “dimostra che la natura dell’assistenza offerta dal Regno Unito era esclusivamente di tipo consultivo e limitato e che fu fornita al governo indiano in una fase iniziale. L’assistenza ebbe un impatto limitato sui tragici eventi nel tempio tre mesi dopo”.

Hague ha inoltre sottolineato che “non ci sono prove che il governo britannico fosse stato informato in anticipo dell’operazione”. Il raid contro il tempio di Amritsar fu uno degli episodi più violenti della lotta del governo indiano contro i separatisti sikh e portò a una rottura nei rapporti tra le varie comunità nel Paese. Secondo il governo, nell’operazione furono uccise 575 persone, ma Hague ha notato che alcune stime parlano di tremila vittime. L’attacco scatenò le ire dei ribelli sikh e portò all’assassinio della premier Indira Ghandi alcuni mesi dopo, che a sua volta fece scoppiare proteste nel nord dell’India. La rivolta dei sikh, terminata alla fine degli anni ’80, costò la vita a oltre 18mila persone.

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