Bangkok (Thailandia), 26 gen. (LaPresse/AP) – I dimostranti antigovernativi in Thailandia hanno tentato di bloccare il voto anticipato in vista delle elezioni di domenica prossima, che vogliono far saltare. Decine di seggi a Bangkok sono stati chiusi, mentre nella notte un leader delle proteste è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco vicino a un seggio della capitale. Nell’episodio sono rimaste ferite altre 11 persone, mentre disordini si sono verificati in diverse zone della città. La premier contestata Yingluck Shinawatra è sempre più indebolita dalle massicce proteste. Ha indetto le elezioni del 2 febbraio nel tentativo di placare mesi di manifestazioni che chiedevano la sua destituzione, ma non ha ottenuto il risultato sperato. Oggi i dimostranti hanno minacciato gli elettori e in almeno un caso hanno tentato di strangolarne uno, costringendo decine di seggi alla chiusura.
Sono a loro volta stati bersaglio di attacchi di gruppi che volevano votare. Nell’episodio più grave sono stati esplosi spari, che hanno ucciso uno dei leader delle proteste, Sutin Tharatin, mentre arringava la folla da un camion. Nonostante la maggior parte dei seggi a Bangkok e in altre roccaforti dell’opposizione sia stata costretta a chiudere, nel resto del Paese il voto è proseguito. La commissione elettorale non ha rinviato il voto, come in suo potere, e non ha condannato pubblicamente i tentativi di impedirlo. Il 2 febbraio sono chiamati alle urne 49 milioni di elettori, sul totale di 64 milioni di abitanti del Paese, mentre 2,16 milioni hanno aderito al voto anticipato.