Ginevra (Svizzera), 26 gen. (LaPresse/AP) – Sono ripresi i faccia a faccia tra il regime e l’opposizione siriani, alla conferenza di pace di Ginevra 2 in corso in Svizzera. Gli incontri si concentrano sull’invio di un convoglio di aiuti umanitari a Homs e su uno scambio di prigionieri. Le parti coinvolte nel conflitto civile continuano a non parlarsi direttamente, al tavolo dove sono sedute l’una di fronte all’altra: si rivolgono esclusivamente al mediatore, l’inviato speciale di Onu e Lega araba, Lakhdar Brahimi. La delegazione del presidente Bashar Assad ha lamentato che i colloqui stanno evitando gli argomenti principali, mettendo in dubbio la loro utilità. Brahimi ha precisato che la questione chiave, la formazione di un possibile governo di transizione, non sarà discussa prima di domani. L’opposizione sostenuta dall’Occidente ritiene che Assad abbia perso la propria legittimità e non possa più guidare il Paese, dopo che tre anni fa ha incaricato l’esercito di reprimere nel sangue le proteste pacifiche, dando il via alla guerra. Il governo accusa invece la ribellione di essere composta in gran parte da terroristi, definendo Assad l’unica persona che può mettere fine alla guerra civile in cui sono morte 130mila persone.