Egitto, 3° anniversario rivoluzione bagnato dal sangue: 49 morti in proteste

Il Cairo (Egitto), 26 gen. (LaPresse/AP) – L’Egitto ha segnatocon il sangue di 49 persone il terzo anniversario della rivoluzione che ha portato alla destituzione di Hosni Mubarak. Mentre piazza Tahrir ieri è stata riempita, tra imponenti misure di sicurezza, dai sostenitori dei militari e dell’attuale governo post-golpe, nella stessa capitale e in molte altre città del Paese migliaia di filo-islamisti sono scesi in piazza per protestare. Sono gli stessi che manifestano senza sosta dal 3 luglio scorso, quando un colpo di stato dell’esercito ha destituito dalla presidenza il leader dei Fratelli musulmani, Mohammed Morsi.

Le forze di sicurezza hanno usato il pugno di ferro contro gli islamisti. Il bilancio è di 49 dimostranti rimasti uccisi negli scontri con la polizia, almeno 249 feriti e 1.079 arrestati. Ma i Fratelli musulmani hanno risposto implacabili: le proteste continueranno a oltranza, “sino a quando (la Fratellanza, ndr) non avrà riacquistato i suoi diritti, il golpe sarà stato contrastato e gli assassini messi a processo”.

ANTI-ISLAMISTI IN PIAZZA TAHRIR: FESTA E VIOLENZA. Clima di festa nel giorno dell’anniversario, ma anche disordini, in piazza Tahrir al Cairo, luogo simbolo della rivoluzione egiziana. Migliaia di sostenitori dell’attuale governo si sono radunati nella piazza sin dalla mattina di sabato, sottoponendosi a rigidi controlli e perquisizioni all’ingresso, nel timore di violenze. Elicotteri militari hanno sorvolato la piazza. I manifestanti hanno scandito slogan contro la Fratellanza e contro gli islamisti, mentre con cartelli e cori hanno invocato la candidatura alla presidenza del generale Abdel-Fatah el-Sissi, tra i responsabili del colpo di stato a danno di Morsi. Nel clima di celebrazione, si sono anche verificati episodi di violenza. Una donna che indossava il velo islamico è stata picchiata e spintonata dalla folla, perché accusata di appoggiare Morsi. Mentre veniva spintonata, urlava di essere sul posto perché abita a poca distanza. Aggressioni anche ai danni di giornalisti: oltre una decina è stata picchiata e portata in salvo dalla polizia. Tra i casi più gravi quello di una reporter egiziana che i dimostranti avevano ipotizzato lavorasse per al-Jazeera, rete accusata di essere schierata con i Fratelli. I manifestanti l’hanno malmenata, strattonata per i capelli e hanno tentato di strozzarla con un velo. L’ha portata in salvo la polizia.

49 DIMOSTRANTI UCCISI. Durissima la repressione delle proteste degli islamisti da parte delle forze di sicurezza, non solo al Cairo ma in molte altre città. Quarantanove le persone morte negli scontri. Ad Alessandria, una donna è stata colpita da uno sparo ed è morta durante gli scontri tra polizia e manifestanti. Due uomini sono stati uccisi a Minya, nel sud, e due nelle vicinanze del Cairo, hanno riferito le forze di sicurezza. Il Movimento 6 aprile, fondato da giovani nella primavera del 2008 e tra i principali promotori delle rivolte che hanno portato alla destituzione di Mubarak, ha fatto sapere che un suo membro è stato ucciso da un proiettile al Cairo, quando la polizia è intervenuta negli scontri tra il corteo del gruppo e quello dei sostenitori di Morsi. Il Movimento è infatti contrario sia agli islamisti, sia al governo sostenuto dai militari.

AUTOBOMBA A SUEZ. Dopo che un’ondata di bombe ha causato sei vittime e che nella mattinata è esploso un altro ordigno, una autobomba è esplosa fuori da una caserma delle forze di sicurezza a Suez. Un gruppo di uomini armati si è scontrato con la polizia, con cecchini che sparavano anche dai tetti, hanno riferito testimoni. Nella detonazione sono stati feriti nove civili.

IL MONITO DEI FRATELLI: NON CI FERMEREMO. I Fratelli musulmani promettono che le proteste continueranno a oltranza, “sino a quando (la Fratellanza, ndr) non avrà riacquistato i suoi diritti, il golpe sarà stato contrastato e gli assassini messi a processo”. In una nota, il movimento islamista di Morsi fa anche appello ai gruppi di giovani laici perché si uniscano alle proteste. “Continuate nella vostra rivolta, rivoluzionari liberi e creativi, e tenete accesa la brace della vostra rivoluzione, uniti nell’obiettivo della rivoluzione”, si legge nella dichiarazione. “Non date attenzione alle vuote minacce dei golpisti e al loro tentativo di dividervi”, fanno appello gli islamisti.