Davos (Svizzera), 23 gen. (LaPresse) – “Le relazioni fra l’Iran e gli Stati Uniti sono entrate in una nuova fase negli ultimi mesi e, per la prima volta, i politici delle due nazioni hanno negoziato, si sono scambiati opinioni e preso decisioni per risolvere le differenze in merito alla questione nucleare”. Così il presidente dell’Iran Hasan Rohani, nel suo intervento al World economic forum in corso a Davos, in Svizzera. “A chi è sotto influenza di propaganda e crede che vogliamo dotarci di armi atomiche – ha aggiunto – dichiaro chiaramente che non c’è posto per le armi nucleari nelle nostre strategie difensive e che non abbiamo interesse ad andare in quella direzione”.
“DALL’IRAN NESSUNA MINACCIA”. Dall’Iran, ha continuato Rohani, non arriverà alcuna minaccia: “Ricordo che in passato ci siamo solo difesi. Non abbiamo mai invaso nessuno né preso parte a invasioni”. Dopo il suo discorso Rohani ha risposto ad alcune domande del presidente del forum, Klaus Schwab, il quale gli ha chiesto se vede degli ostacoli sulla via per raggiungere un accordo comprensivo sul nucleare con il gruppo 5+1. “L’Iran ha il serio desiderio di arrivare a un accordo con 5+1, non vedo particolari impedimenti perché non abbiamo mai voluto armi nucleari, né le abbiamo mai volute”, ha risposto Rohani. “Vogliamo usare – ha spegato – il nucleare per la produzione di energia e per scopi medici; possibili impedimenti possono essere solo la mancanza di seria volontà di trovare accordo da parte dei nostri interlocutori e le influenze esterne”.
“IN SIRIA SERVONO ELEZIONI LIBERE”. Rohani ha dedicato un passaggio del suo discorso anche alla vicenda della Siria: “La soluzione migliore per la Siria – ha detto – è organizzare elezioni libere e giuste” e che, una volta che le votazioni saranno concluse, “ne sia accettato” il risultato. L’Iran è stato prima invitato ai colloqui di Ginevra 2 sulla guerra in Siria, in svolgimento in questi giorni a Montreaux, in Svizzera, ma poi l’invito è stato ritirato tra le polemiche dal segretario generale Ban Ki-moon.
“PER SICUREZZA MEDIORIENTE SERVONO LAVORO E SPERANZA”. “La sicurezza del mondo è strettamente legata a quella del Medioriente – ha sottolineato ancora Rohani – e credo che non possa essere raggiunta trascurandone i popoli. Perciò, per raggiungere la sicurezza globale è necessario ascoltare le voci della popolazione della regione e creare lavoro e speranza fra i giovani di quei Paesi”. “Credo fortemente – ha proseguito – che il sentiero verso la sicurezza passi attraverso la cultura, l’etica e lo sviluppo. Tuttavia, se vogliamo che tutti lavorino per la creazione della sicurezza, è necessario che tutti si sentano al sicuro; sentirsi in pericolo e privati dei propri diritti sono motivazioni per sollevarsi contro sistemi ingiusti”, ha affermato.